Scheda

Numero d'ordine: 106

Data: 25 01 1548

Intestazione: IPPOLITO OLIVETANO IN MONTE OLIVETO A GIORGIO VASARI IN RIMINI

Segnatura: ASA, AV, 9 (XLIII), cc. 33-34v.

Fonte: Messer Giorgio molto onorando, salute.
Le lettere vostre di 24 di dicembre, ricevute qui in Monte Oliveto, me sonno state tanto grate e di piacer quanto cosa che allora avesse possuto aver, inteso che sete sano, e che l'opera costì è quasi condotta al fine. E certo, se Scolca fusse, dove è Arezzo, non mi teriano le catene, ch’io non venisse a trovarvi e per vederla e per cicalar un pezzo con voi così saporitamente, con quella satisfazione dell’altro e de l’uno ch’è il solito nostro. Ma essendo per impossibile, andaremo aspettando miglior comodità, pur che il diavolo non se ce interponghi per li dispareri de questi principi e impedischi li nostri dissegni; il che dubito grandemente secondo li avisi, tengo da Milano. Però stando queste cose in aria, mi pareria, anzi che vi exorto, che vi rissolveste di andar a Vinezia secondo il primo dissegno; e venendovi per le mani qualche partito onorevole, non lo lassaste andar, come avete fatto quello d’Urbino, perché se l’opera vostra non si potrà far quest’anno, se farà un altro, e tutto vi sarà in avanzo.
Circa la cosa di vostro fratello, vi mando una polizza di Don Cassiano, per la quale intenderete il tutto. Della cosa di Pisa trovai il maestro de l’Opera e parlai con lui sopra della cosa che mi ragionaste, e trovai, che era accomodato insieme col monasterio, come penso vostro fratello vi averà avisato. E per ora non occorrendo altro, facio fine e di core me vi raccomando insieme col cancellario.
Di Monte Oliveto il dì 25 di gennaro del XLVIII.

Tuto il vostro Don Ippolito,
Generale de Monte Oliveto.

All’molto eccellente pittor, messer Giorgio Vasari Aretino, come fratello onorando. A Rimini.

La polizza di Don Cassiano acclusa alla lettera dice:

Circa al fratello di messer Giorgio subbito, tornato da Gobbio, parlai al cardinale; e fu contento si accettasse in Sapienzia per la prima vacanzia doppo certi, che ce ha messo Sua Signoria Reverendissima. E tanto ho scritto a messer Giorgio per doi nostre, dirette al padre abbate di Gobbio, che le mandasse. Bisognaria, che venisse a dipositare li dinari e fare el contratto e abitasse in Perugia, infino che vacasse el loco, perché el cardinale promette; e non si trovando presenti alle vacanzie, viene qualche recomandato da casa Farnese o altri signori, e pigliano gli lochi delli absenti: benché non ce sono vacanzie per uno anno, si non si adotorasse qualcuno inanzi el tempo o morisse qualche uno.

Bibliografia: Frey 1923, pp. 214-215.