Scheda

Numero d'ordine: 61

Data: 27 12 1544

Intestazione: IPPOLITO OLIVETANO IN ROMA A GIORGIO VASARI IN NAPOLI

Segnatura: ASR, 9 (XLIII), cc. 2-3.

Fonte: Messer Giorgio mio quanto fratello.
Ho visto per la vostra di 21 dì questo, quanto mi avisate brievemente in risposta delle mie lunghe, le quali ho aute questa sera tanto tarde, che apena ho potuto rispondergli e dubitava quasi, non vi fusti scordato di me così presto, benché mi pareva forte, intravenendogli le cose vostre particulari. Ora vi dico che ogi son stato alle strette con messer Pietro Vacca e doppo molte parole siamo restati in quest’ultima risoluzione, che lui si contenta rinonziar il canonicato al vostro zio, col regresso però per vinti ducati d’or di camera di pensione; la qual vole sia sicurata sopra uno delli beneficii delli nipoti de magnifico messer Ottaviano e non altramente. E così s’è contentato di aspettare la risposta di messer Ottaviano per tutti li VIII di genaio; e passando detto termine, vol’esser suo uomo di far del beneficio quanto gli pare.
Ho scritto oggi il tutto a messer Ottaviano e mandatoli etiam la vostra, che mi scrivete, acciò si risolva di quanto vuol si faccia. Ora s’aspettarà la sua risoluzione e tanto si farà quanto sarà il suo voler e non più. Ora intendete in qual termine sta il negocio vostro. Attendete a star sano e alle volte ricordatevi di chi vi ama. Non dico però della L. , la qual persevera in la benevolenzia vostra; cosa che non fa la F. , la qual, per quanto intendo da Battista vostro, va molto sul tirato per aver alle mani persone onorevoli e grandi. Né altro per ora, ma mi rimetto a quanto vi ho scritto in le mie per messer Giovan Andrea Orilia e altre mie.
Non ho per ancora potuto aver le vostre due lettere di Sua Eccellenza al signor Duca e Ducchessa di Fiorenza, Illustrissimi, in raccomandazione di messer Pietro da Corregio, persona onoratissima, qual desidera entrar questo magio prossimo in la ruota di Fiorenza; il qual al presente si truova in la ruota di Bologna, dove è stato per cinque anni; e ora finisse il tempo, et è stato etiam anni tre nella ruota di Siena.
Le lettere furno fatte. Non vi è stato che le abbia ricuperate: però vorrei, che voi supplesti alla pocagine de’ frati, sì che aspetto dette lettere o per mezzo di monsignor di Pozzuolo o vostro. Adoperatevi adonque per me, come ho fatto io per voi e basciate le mani a Sua Eccellenza da parte mia con le debite raccommandazioni e al signor Don Pietro suo fratello; né mancarete di raccommandarmi al Reverendo Padre Visitatore, al sacrista e a messer Angiolo di Lantella. E a voi mi raccommando sempre.
Di Roma alli XXVII di decembre MDXLIIII.
Tutto vostro Don Ippolito
All’Eccellent’ e Raro Pittore Messer Giorgio Arretino, quanto fratell’honorando.
A Napoli.

Bibliografia: Frey 1923, pp. 138-139.