Numero d'ordine: 68
Data: 16 04 1545
Intestazione: MINIATO PITTI IN MONTOLIVETO A GIORGIO VASARI IN NAPOLI
Segnatura: ASA, AV, 9 (XLIII), cc. 86, 91.
Fonte: Messer Giorgio Amantissimo, salute.
Vi scrissi un’altra nostra brevissima per brevità di tempo... e al presente ancora non sarò troppo lungo per la cagione medesima. Il Padre Generale mi ha tanto tenuto, domandato di voi e dell’opera vostra, che di già mi ha stracco. Sua Paternità Reverenda vorrebbe che voi gli acconciassi il lavatoio delle mani, avanti vi partissi di costà, con quello ordine che a voi pare più bello e conveniente, che obedisca al componimento di sopra e che l’ornassi di stucco e pittura, che e’ fussi bello, secondo che è il resto dell’opera. Dice, che con le nuove del capitolo vi manderà e’ denari dello stucco in ogni modo e di questo statene sicurissimo. Così fa pagare li 100 scudi in Firenze a Mariotto per tutto il presente mese, come gli avete scritto.
Aspetta, che e’ venga qua di quelli nostri frati da Firenze, che debbono venire per il capitolo e per loro gli manderà, forse prima che riceviate la presente. L’azzurro oltramarignone l’ordinò a Don Ippolito da Milano; e lui ha lassato il saggio in Montoliveto qui e portato seco e’ denari. Sarei di parere, che voi scrivessi a Firenze a chi vi pare, che vi mandassi quello vi bisogna, ché il Padre Generale vel farà pagare benissimo.
Il Padre Generale vuole che gli facciate uno ritratto a penna del monasterio, che la veduta sia là di verso tramontana, di verso il palazzo del principe di Salerno e che voi vi imaginiate quelle loggie e librerie et altre cose, che disegna fare sopra la porta, e altri ornamenti, secondo pare a voi secondo il disegno, che voi e maestro Francesco San Galli avete pensato. E di questo vi prega assai. So che lo saprete fare, avendo fatto la Roma all'antica, che mai non vedesti.
Vi si manda costà per cellerario il Greco, solo per amore vostro, acciò vi intrattenga e non lassi mancare nulla. Però vi prego, non paia fatica ancora a voi a fare, che il Generale rimanga sadisfatto secondo il potere dello ingegno e forze vostre; e datemi aviso, come le cose passano. Dite a Simone [Botti], che mandi le lettere al cellerario di Santa Maria Nuova, perché qua sarà l’abate e il procuratore. Dite a Stefano [Veltroni], che non ho anche avuto lettere sue: Quando l’arò, le manderò subito. Raccomandatemi a lui et a Raffaello [del Colle] e tutti li amici. Al sanese direte che a farlo tornare in qua si caca il sangue. Don Gianbaptista lo domanda seco. Penso arete il Capeccio per abate costì. Non lo dite a tutti, se non lo sanno d’altrove. Don Gianmatteo [Faetani] vi scrive. Don Ippolito non è ancora venuto e io e il Padre Generale ci raccomandiamo a voi. A rivederci ad Agnano a quelle acque fresche; e ricordatevi, che voi siate quanto bene io ho. Dio vi mantenga sano e felicissimo.
Di Montoliveto di Chiusure alli 1 di aprile 1545.
Il tutto vostro
Fratello Miniato Pitti.
All Eccellentissimo Messer Giorgio Aretino Pittore in Montoliveto di Napoli. Napoli.
Bibliografia: Frey 1923, pp. 146-147.