Scheda

Data: 8 02 1507

Mittente: Buonarroti Michelangelo

Luogo Mittente: Bologna

Destinatario: Buonarroti Lodovico

Luogo Destinatario: Firenze

Trascrizione: Charissimo padre, io ò ricievuta oggi una vostra per la quale intendo chome voi siate stato raguagliato da lLapo e lLodovicho. Io ò charo che vo' mi riprendiate, perché io merito d'essere ripreso chome tristo e pechatore quante gli [a]ltri e forse più; ma ssappiate che io non ò pechato nessuno in questo facto di che voi mi riprendete, né chon loro né chon nessuno altro, se non del fare più che non mi si chonviene. E sanno bene tucti gl'uomini con ch'io mi sono mai impacciato quello che io di[edi] loro, e sse nessuno lo sa, Lapo e lLodovicho son quegli che llo sanno meglio che gli altri, che l'uno à avuto in uno mese e mezo ducati venti secte e ll'altro diciocto larg[h]i elle spese; e però vi prego non vi lasciate levare a chavallo. Quando e' si dolsono di me, voi dovevi domandare loro quanto gli erano stati cho mmecho e quello che gli avevano avuto da me, e poi aresti domandato di quello che e' si dolevano. Ma lla passione loro grandissima, e massimamente di quel tristo di Lapo, si è stata questa, che gli avevano dato a 'ntendere a ognuno che erono quegli che facevano que[st]'opera, overo che erono a chompagnia mecho; e non si sono mai achorti, massimamente Lapo, di non essere el maestro, se non quand'io l'ò chacciato via. A questo solo e' s'è aveduto che gli stava mecho, e avendo già intelate tante faccende e chominciato a spacciare il favore del Papa, gli è paruto strano che io l'abbi cacciato via chom'una bestia. Duolmi che gli abbi di mio secte ducati, ma ss'io torno costà, e' me gli renderà a ogni modo, benché e' mi doverrebe anchora rendere gli altri che gli à avuti, se gli à choscienza e basta. Io no' mi distenderò altrimenti, perché de' chasi loro ò stricto a mmessere Agniolo a bastanza, al quale io prego che voi andiate, e sse potete menare el Granaccio chon esso voi, lo meniate e facciate leggiere la lectera che io gli ò schricta, e 'ntenderete che chanaglia e' sono. Ma pregovi che voi tegniate segreto ciò che io iscrivo di Lodovicho, perché, se io non trovassi altri che venissi qua a fondere, vedrei di ricondur lui, perché in verità io non l'ò cacciato di qua, ma llapo, perché gli era troppo vitupero a venirne solo, à sviato anche lui per allegierirsi. Intenderete dall'araldo ogni cosa e chome ve n'avete a governare. Non fate anche parole chon Lapo, perché ci è troppa vergogna, che 'l facto nostro non va con loro.De' chasi di Giovan Simone, a mme non pare che e' venga qua, perché '1 Papa si parte in questo carnovale e chredo che verrà alla volta di Fiorenza, e qua non lasia buon ordine. Qua ci fia qualche sospecto, secondo che si dice, il che non è da cerchare né da scrivere; basta che, quande nulla avenissi, che nol credo, io non voglio avere obrigo di frategli alle spalle. Di questo no' ne pigliassi amiratione e no' ne parlassi a uomo nessuno del mondo, perché avendo bisogno d'uomini, non troverrei chi ci venissi, e poi credo ancora che lle cose arderanno bene.Io sarò presto di costà, e farò tal cosa che io contenterò Giovan Simone e gli altri, che a Dio piaccia. Domani vi scriverò un'altra lectera di certi danari che io vo' mandare di costà, e quello n'avete a fare. Di Piero ò inteso; lui vi risponderà per me, perché gli è uomo da bene, come è sempre stato. Vostro Michelagniolo in Bolognia.Anchora v'aviso, per rispondere alle straneze che Lapo dice che io gli ò facte. Io ve ne voglio scrivere una, e questa è che io comperai secte cento venti libre di cera, e inanzi che io la chomperassi, dissi a llapo che cerchassi chi n'avea e che facessi el merchato e che io gli darei e' danari che la togliessi. Lapo andò e tornò, e dissemi che lla non si poteva aver per mancho un quatrino di nove ducati larg[h]i e venti bolognini el centinaio, che sono nove ducati e quaranta soldi, e che io la togliessi presto, poi che io avevo trovato tal ventura. Io gli risposi e dissigli che andassi a 'ntendere se poteva levare que' quaranta soldi al centinaio, e che io la torrei. Mi rispose 'Questi Bolognesi son di natura che non leverebono uno quatrino di quello che e' chiegono'. In questo punto presi sospecto e llasciai andar la cosa. Poi, el dì medesimo, chiamai Piero in disparte e dissigli segretamente che andassi a vedere per quanto e' poteva avere el centinaio della cera. Piero andò a quel medesimo di Lapo, e merchatolla octo ducati e mezo e io la tolsi e di poi mandai Piero per la senseria, e anchora gli fu data.Questa è una delle straneze che io gli ò facte, e veramente io so che gli parve strano che io m'achorgiessi di quella g[i]unteria. Non gli bastava octo ducati larg[h]i el mese e lle spese, che ancora s'è ingiegniato di g[i]untarmi, e puommi avere g[i]untato molte volte, che io no' ne so niente, perché mi fidavo di lui, né mai vidi uomo avere più colore di buono che à llui, ond'io credo che ssocto la sua bontà e' n'abbi gabato degli altri. Sì che non fidate di lui di cosa nessuna e fate le vista di nol vedere.A llodovicho di Lionardo di Buonarrota Simoni in Firenze.Date nella boctega di Lorenzo Strozzi, Arte di Lana, im Porta Rossa.

Collocazione: BM, Add. ms. 23140, c. 3; orig. autogr.

Bibliografia: Michelangelo, Carteggio, I, 1965, pp. 26-28.