Data: 19 12 1500
Mittente: Buonarroti Lodovico
Luogo Mittente: Firenze
Destinatario: Buonarroti Michelangelo
Luogo Destinatario: Roma
Trascrizione: Carissimo figl(iuol)o ecc., per grazia di dDio Bonarroto tornò domenicha a salvamento e a boccha m'à raghuagliato chome le cose passano chostì, e più m'à rechato una tua lettera che m'è stata gratissima prima, intendere che ttu se' sano e stai bene, Iddio grazia, e dipoi ve[dere] tu che ttu ài avanzato pure qualche chosa, e l'amore che ttu ài verso e' tua frate[gli], che m'è grandissima chonsolazione.Circha al fatto de' danari che ttu vuoi porre in su 'n' una abottegha a Bonarroto e a Gian Simo[ne], io ò ciercho e tuttavia ciercho. Per anchora non ò trovato partito che mi piaccia; ma vero è ch'io ò qualche buona praticha per le mani. Bisongnia aprire gli occhi e ghuardare chon chi altri s'impaccia. Io voglio andare adagio e chon buono chonsiglio, e di tutto alla giornata ti raghuaglierò. Bonarroto mi dicie chome tu vivi chostì chon grande masserizia o vero miseria. La masserizia è buona, ma la miseria è chattiva, però che è vizio che dispiacie a dDio e alle gienti del mondo, et inoltre ti farà male all'anima e al chorpo; e mentre se' giovane sopporterai qualche tempo chotesto disagio, ma chome mancha la virt[ù] della giovanezza, si schuopre poi delle malattie et infermità che ssi sono in[g]ienerate per chotesti disagi e per vivere male e chon miseria. Chom'è detto, la masserizia è buona; ma sopratutto non fare miseria vivi moderatamente e fa' di none stentare. E ghuàrdati da' disagi sopratutto, imperò che l'arte tua, quando tu infermassi - Iddio [t]e ne ghuardi, - saresti uno homo perduto. E sopratutto abbiti chura al chapo tiello chaldo moderatamente et non ti lavare mai; fatti stropicciare et non ti lavar[e].Anchora mi dicie Bonarroto che ttu ài uno lato che è inghrossato e' divien[e] per disagio o di faticha o di mangiare chose chattive e ventose, o patire freddo de' pied[i] o umidezza. Io l'ebbi già anchora io e anchora spesso mi dà noia, qua[n]do mangio chose ventose o quando patischo fredo o simile chose. Francescho nostro l'ebe già ancho lui, e Gismondo similmente. Bisongnia ghuardarsi dalle dete chose, però ch'è pericholoso per rispecto del tempano, che non si aprisse. Righuàrdati. Io ti dirò la medicina ch'io feci. Io stetti parecchi dì ch'io non mangiai se none pane bollito o pollo o hu[ova], e presi per boccha uno pocho di chassia. E feci una farinata di fave infrantte mace[rate] e incienso e rose secche e peste e zafferano, e missi in uno pentolino, e tolsi olio rosato e [...] di chamamilla, e feci una farinata e fascia'mi tutta la borsa sino al pettign[one], e in pochi giorni ghuari'. Per tanto righuàrdati, che è pericholoso.Io detti la tua lettera a Gismondo e a boccha gli ò detto mio parere, per modo che è stato parecchi giorni a bottegha; e spero, se piacierà a dDio, ch'egli si fermerà. A dDio pia[ccia]. Siamo tutti sani, Iddio grazia. Chredo che Bonarroto t'abbia raghuagliato di tutto. Non mi [...] Che Christo di male sempre ti ghuardi.A dì 19 di diciembre 1500.Anchora Bonarroto m'à detto chome chote[sto] giovane che ttu ài chostì chon techo, cio[è] Piero di Giannotto, mi dicie che gli è buono giovane e ch'egli ti porta fede e amore. Io te lo racchomando, e fa' inverso lui quello fa inverso di te. Per quanto Bonarroto m'à detto, mi pare avergli posto amore chome a figli(uo)lo. Altro per questa.Lodovicho Bonarroti in Firenze. Anchora ti richordo che ttu t'ingiengni di tornare più presto che puoi e prestami f[e]de che, quando fussi qui, aresti che fare. Ingiengniati chon buon modo d[i] ritrarti di chostì, e se ttu non puoi finire e' marmi, acchomandagli a qualchu[n]o di chotesti tua amici; e quando sarà il tempo, non ci è tanto che tu non [po]ssa ongni giorno ritornare chostì. Domino Michelangniolo di Lodovico Bonarroti in Roma.
Collocazione: AB, XXIII, n. 1; orig. autogr.
Bibliografia: Michelangelo, Carteggio, I, 1965, pp. 9-10.