Scheda

Data: 27-11-1723

Intestazione: Anton Maria Zanetti da Venezia a F.M.N. Gabburri.

Fonte: Dal P. Alessandro mio fratello mi fu mandato una nota de’ quadri che in Duseldorf tiene il signor Giuseppe Maria Fumetti per esitare, i quali erano di ragione del signore Girolamo Forti; e mi soggiunse le di lei premure per la vendita delli medesimi, e nominommi il signore Crozat, che potesse applicare alla compra delli stessi. Vero è che il detto signore, ed amico mio distintissimo è dilettante di pittura, e compra, e comprai più cose ancora per suo conto; anziché oggidì ho ampia commissione per comprare ancora per S.A.R. di Parigi, che mi onorò meritamente di tal fregio per perfezionare la sua galleria; ma ella vede bene che siccome un principe sì grande ed un amico sì caro si rapportano interamente a me stesso, così io non posso che rapportarmi agli occhi miei propri per far d’alcuna cosa l’acquisto; onde non potendo io andare a Duseldorf, e non avendo colà amici che abbiano cognizione di pittura, e ancorché ne avessi, sarebbe cosa difficilissima che io fossi per rapportarmi ad essi, particolarmente in una cosa sì delicata, e che non bastano gli occhi d’Argo e di lince a guardarsi dalle trame che vengon tese, e dagli attestati falsi e spergiuri sopra l’originalità de’ quadri, che poscia alle volte si convertono in copie ed in pasticci. Perciò ella vede quanto sia difficile che la mia probità possa fidarsi d’alcuno che potrebbe, ancorché innocentemente, degradarla; perocché una volta comprai un disegno di Carlo Cignano sopra l’asserzione e giuramento d’un amico che veramente lo giudicò originale; e poscia, benché pagato a prezzo di sangue, divenne una solennissima copia fatta da Marc’Antonio Franceschini.
Tutte queste cose io le dico, perché vorrei pur servirla in tutto ciò che ella può adoprarmi; ma in genere di questi quadri, non posso, quando essi non fossero per trasmettersi in Venezia.
In questo punto son onorato di ricevere da S.A.R. il libro che egli fece mettere alle stampe, degli Amori di Dafne e di Cloe, con le stampe disegnate di sua mano dai quadri che egli medesimo dipinse, e che io vidi ed ammirai nella galleria di Versailles; li quali rami di suo ordine poscia furono dorati per rendere più prezioso e più raro il detto libro, il quale riposi, e sarà l’ornamento più singolare del mio gabinetto.
Se l’amico di Duseldorf si risolvesse di mandare il quadro del Parmigianino, quando ricusasse di trasmettere tutti gli altri quadri insieme, egli sarà ben venduto, quando che sia originale; né meglio congiuntura di questa nelli tempi presenti attendere si deve. Io sono, ecc.

Venezia, 27 novembre, 1723.

Bibliografia: Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Giovanni Bottari e continuata da Stefano Ticozzi, Milano 1822, II, pp. 139-141 (LX).