Scheda

Data: 29-05-1724

Intestazione: Pierre Crozat da Parigi a F.M.N. Gabburri.

Fonte: Il signore abate Franchini mi ha fatto l’onore di comunicarmi il pensiero che avrebbe V.S.I. di continovare l’intaglio non solo de’ bei quadri del Granduca, ma anche di quelli delle chiese e delle gallerie private di Firenze, il che sarebbe cosa molto applaudita; e niuno può giudicarlo meglio di me, che sto attualmente mettendo in esecuzione un simil pensiero circa a quelli che abbiamo in Francia, di cui i principali son quelli del re e del duca d’Orleans ; e io non saprei se non approvarglielo, anzi la esorto a tirarlo a fine. Veggo dalla lettera che i signori Guibert e Brun scrivono al signore Mariette, che è uno de’ nostri migliori mercanti di stampe di questa città, che l’intenzione di V.S.I. sarebbe che ella vorrebbe prendersi la cura di far solamente disegnare da bravi disegnatori i quadri, acciocché poi i nostri intagliatori se ne potessero servire per l’intaglio. Certo, questo è qualche cosa, ma non basta; perché la maggior parte de’ nostri intagliatori amano meglio di ricavare i loro intagli dai quadri stessi, che dai disegni, che in fine sono copie che sempre s’allontanano, e che non sollevano il genio e il gusto dell’intagliatore, come potrebbe fare il quadro. Onde per eseguire il suo pensiero sarebbe bene che i detti quadri fossero intagliati costì. Io suppongo che costì siano gli stessi intagliatori che hanno inciso le stampe dei quadri del Granduca . In verità ve n’è alcuna che potrebbe esser meglio intagliata e fatta con più attenzione e diligenza; ma esse tuttavia non lasciano di dare una bella idea de’ famosi quadri donde sono state cavate.
Io metto in ordine la raccolta delle stampe de’ nostri quadri in differenti classi o scuole, facendo ora lavorare sopra la scuola romana, che conterrà cento stampe, che sono a un bel circa della grandezza della stampa d’Edelinck, che rappresenta la Santa Famiglia dipinta da Raffaelle, che sta presso il Re, della quale dovrebbe aver V.S.I. piena notizia.
Queste cento stampe, che formeranno il primo volume, saranno accompagnate da un avviso sopra l’arte dell’intagliare, dove non si lascerà di dire che essa dee il suo nascimento a Firenze. Vi sarà anche un compendio della vita de’ pittori di cui mano sono i quadri qui intagliati; una breve descrizione di ciascun quadro; il catalogo delle loro opere; il luogo ove essi si trovano, e quegli che sono già intagliati.
Io spero che questo volume uscirà fuori nell’anno prossimo, perché non mancano se non 24 tavole, che sono attualmente in mano degli intagliatori. Dopo farò metter mano alla scuola fiorentina. Questo sarebbe il caso d’inserire in questo volume le stampe tratte dall’opere di quei pittori di cui mancano in Francia i quadri, come sarebbero il Pontormo, il Cigoli, il Passignani, Bernardino Poccetti e Marco da Siena. Se ella si volesse prender la briga di scegliere uno de’ loro quadri più belli, e d’un soggetto adattato per intagliare, e mandarmene i disegni, io gli farei intagliare. In tanto proverò che cosa costano i disegni. A Firenze dubito che si trovino opere di Marco da Siena, perché egli lavorò solamente a Napoli. Avendo io intrapreso quest’opera solo per far cosa grata a’ curiosi di pitture e di stampe, io non sono altro che il distributore di essa per far servizio agl’intagliatori, che si potranno fare uomini per essa, e per incoraggiargli a sempre migliorare. Io la prego a dirmi se in Firenze e in Livorno saranno molti dilettanti che si volessero interessare in queste opere, prendendo un numero d’esemplari e sottoscrivendosi pel secondo volume. Il prezzo di ciascuna stampa in mezzo foglio è di 30 soldi, e in foglio il doppio. Il primo volume per conseguenza costerà circa a 30 scudi di nostra moneta; né si riscuoterà questo danaro se non nell’atto di consegnare il volume, perché si possa giudicare del merito di quest’opera, che io spero che i signori curiosi troveranno essere stata fatta con tutta diligenza.
Il mio progetto in favore degl’intagliatori è questo. Dal danaro che si ricaverà della vendita del primo volume, rimborsarmi prima io delle spese fatte finora, e poi distribuire tra loro il guadagno che vi sarà, a proporzione degl’intagli che avranno fatti.
Se in Firenze fosse qualche bravo intagliatore che ci volesse lavorare, gli sarebbe pagato il lavoro, e a misura della vendita ogni anno sarebbe a parte del guadagno. Io trovo che il Granduca ha dodici quadri di Raffaello, de’ quali i principali sono intagliati. Io poi non so se nelle case private di Firenze vi siano altri quadri di questo pittore non intagliati. Se ve ne fossero, mi farebbe favore a inviarmene la descrizione. E se son ben sicuri, si potrebbe far intagliare quelli che non sono stati intagliati.
L’Imperatore e il re di Spagna ci aiuterebbero volentieri per fare incidere i loro quadri non intagliati. Farebbero, per quanto ho potuto conoscere, la spesa de’ disegni, avendo il re di Spagna di già cominciato a far far qualche disegno de’ quadri del Coreggio che sono o all’Escuriale. Io ho l’onore di essere, ec.,

Parigi, 29 maggio, 1724.

Bibliografia: Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Giovanni Bottari e continuata da Stefano Ticozzi, Milano 1822, II, pp. 144-149 (LXII).