Scheda

Data: 27-02-1704

Intestazione: Sebastiano Resta da Roma a F.M.N. Gabburri.

Fonte: Di monsù Giacomo du Lis fiammingo furono al fine trovati per fortuna due paesi per mezzo del signor Antonio Axer tedesco, molto intelligente, e delle maniere oltramontane molto pratico; e stimai d’accordare il prezzo colle cornici in nove scudi, e consegnarli e farli pagare dal signor Libri, per trattarsi di poca spesa.
Ho scritto a V.S.I., che non c’era da far bene dei tondini di Cornelio Brusco, o Satiro (ché tutti due questi soprannomi egli aveva): scrissi così, perché mostrati che gli ebbi a tre pittori, qui non li conoscevano; ma domenica mattina venne alla Chiesa nuova la Padrona (che è la madre dei mercanti Vavassori oggi ritirati), e interrogata mi disse che suo padre li aveva fatti fare da Cornelio proprio, che era suo amico. Il detto suo padre era un tale Bernardino Lorca nato in Roma, mercante e dilettante, morto trent’anni sono in età di 84 anni, amico di Cornelio e del Bamboccio, da cui questa donna dice che crede esser fatte queste figure. Capitando poi da me il suddetto signor Antonio Axer, lo mandai a vedere i medesimi tondini, e con grandissima certezza mi riferì che erano e li paesini e le figurine di Cornelio. Sicché determini V.S.I., se li vuole, o no. Hanno cornicette dorate, e sono in rame. La donna me ne domandò 40 e poi 35 scudi (diceva lei) per esser in rame. Potrebbe esibire V.S.I. quello che vuol dare, e scrivere al R. P. Ab. Pace parroco della Pace di Roma, che la cura di questa roba e di questa povera famiglia, che per toccar denaro farà ogni piacere possibile. Se V.S.I. vuole notizia di Cornelio, vegga la carta volta. Se V.S.I. non ha in Roma corrispondente per trovar pitture, si potrà servire di questo Axer, con che le mostri a me o ad altri di sua confidenza. E qui senza fine le inchino i miei ossequi.
P. S. Abram Blomart oltraiettense, cioè da Utrech, che fu padre di Cornelio Blomart intagliatore in rame famoso non molti anni sono, fu il primo maestro di Cornelio Pulemburgh. Adamo Elzheimer, detto incomparabile paesista, nel tempo che fu in Roma, si può dir che fosse il secondo maestro del medesimo. Pulemburgh, già ammaestrato ne’ paesi e nelle figurine ancora da Abram Blomart in Utrech, venne giovane in Italia, dove da’ suoi paesani ebbe il soprannome di Brusco, e da altri quello di Satiro (come usano questi Fiamminghi, che si denominano dai costumi tra di loro).
In Roma s’affaticò a studiar l’opere di Raffaelle d’Urbino, e ne’ paesi studiò d’imitare il suo paesano Adamo Elzheimer e diventò eccellente: Tractus campestres elaboravit admiranda elegantia figuris venustissimis exornatos, dice nella sua Vita il Sandrart, e dice che lo fece dipingere per Rubens con gusto del medesimo Rubens, e che per la sua fama fu chiamato al servizio del re d’Inghilterra, onorato con isplendidissimo salario. Morì poi in patria stimatissimo per tutti que’ paesi. In Milano mio padre Filippo Resta n’aveva uno piccolo de’ suoi paesi, per cui monsù Giacomo Cortese, prima che fosse Gesuita, gli esibiva di fargli una o due battaglie di sua mano; ma mio padre, che dipingeva anche lui di paesi, non volle privarsene. Li miei cugini Resti n’hanno due, che mi mostrò in Roma monsignor Resta, molto belli e pochi altri a Milano, e pochissimi n’ho visti a Roma; e questi due tondini o diciam ovatini de’ Vavassori anche a me paion tali, come dice la padrona, sebbene Ghezzi , Sabatini ed il suo compagno dicono di non conoscerli, ma che belli sono. Ma io per me stimo il parere di Axer, che con grandissima franchezza l’assevera per di Cornelio; però il signore cav. mio signore si governi come gli piace.

Roma, 27 febbraio, 1704.


Bibliografia: Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Giovanni Bottari e continuata da Stefano Ticozzi, Milano 1822, II, pp. 106-109 (XLIV).