Scheda

Data: 28-02-1704

Intestazione: Sebastiano Resta da Roma a F.M.N. Gabburri.

Fonte: Mi è successo di trovar questi due paesi, dell’autore che V.S.I. cerca; cioè di monsù Giacomo Adriano del Lis, il quale praticava col padre Giacomo Cortese Gesuita, e con Vandercabl, tutti due con cornice, per nove scudi moneta, che per non perder tanto tempo in poca spesa, ed acciò non mi fuggissero dalle mani, e stentassi poi a trovarne altri, non vedendone attorno, ho preso libertà di farli pagare dal signore Leonardo Libri mio padrone, e l’ho pregato d’avvisarmi se avesse occasione di mandar altre cose a Fiorenza, o li tenga finché V.S.I. avvisa d’incassarli, e di farli passare dalla porta della città con le licenze secondo l’intenzione del papa, che vuole che si riconoscano le pitture prima d’uscire; il quale intrigo vorrei che V.S.I. commettesse con la spesa di più a qualche altro, perché non sono queste più cose da me.
Per gli altri tondini e per il Brugola, che dicevo, non v’è da far bene. Questi due di monsù Giacomo du Lis sono di tinte fiere. Gli tenga qualche giorno all’aria, che si rischiariranno un poco più. L’imprimiture di quel tempo avevano questo diletto di assorbire delle mezze tinte, ma tanto rivengono fuora all’aria; se no, un poco d’olio dietro alla tela, o come stimerà meglio il maestro dell’arte signor Pinacci , il quale nelle figurine di questi due pezzetti riconoscerà lo stile del padre Giacomo suo maestro. Se non fosse che io ho gran impegno per monsignor Marchetti , direi che V.S.I. mi comandasse di provvederla di pitture di Raffaelle, del Correggio, o Tiziano, o altri pittori eroici, poiché poco diletto io mi son preso con questi paesisti e bamboccisti (nobili in classe pedestre). Bene poi è vero che d’autori d’altra classe primaria non ne capita ogni giorno, e quando capitano, conviene preferire il principe, e senza licenza non moverli di luogo; né a me più conviene star in queste diligenze. Perciò il mio desiderio sarebbe che V.S.I. avesse qui persona di sua confidenza, cui desse incumbenza d’andar in busca di pitture di suo genio, con che sentisse, prima di stipulare, il mio parere, ma non ne facesse altro capitale se non per uno di più; e così V.S.I. mi spenderebbe per quello che valessi come vero ecc.

Roma, 28 febbraio, 1704.

Bibliografia: Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Giovanni Bottari e continuata da Stefano Ticozzi, Milano 1822, II, pp. 113-115 (XLVI).