Scheda

Data: 25-12-1717

Intestazione: Antonio Balestra da Venezia a F.M.N. Gabburri.

Fonte: Speravo oggi poter aver il disegno dal signore Richter, ma non l’ha potuto terminare a causa di urgentissimi affari avuti in questa settimana, che non ha potuto tralasciare; per altro me lo dava per inviarlo questa sera con l’occasione del ritorno del procaccio Maffei, sì che per causa dell’accidente suddetto converrà che lo spedisca in quest’altro viaggio del medesimo Maffei; per lo che ho sospeso d’inviarle anco il mio insieme con un altro che ho avuto da un altro pittore, per poterli mandar col suo cannone tutti in una volta, avendolo pur trattenuto a quest’effetto, che seguirà dunque in quest’altro viaggio, in cui vedrò se potrò avere anco quello del signor Piazzetta. Mi rallegro del bel disegno da lei avuto del signor del Sole , che mi figuro che sarà bello, perché è valent’uomo, ma per esser fatto di colore in tela non so se potrà accompagnar il mio, perché è disegno in carta con acquerella toccato di penna; ed ho fatto l’istoria di David che trattiene Abisai che non ammazzi Saul dormiente nel padiglione. Quando avrò terminato una cert’opera, le manderò ben un modelletto dipinto in tela, che riserbo destinato per lei, come a suo tempo vedrà. Avrà pure l’ordinario scorso ricevuto altra mia, da cui avrà veduto come il signor Richter la servirà delli due quadretti simili in grandezza per appunto come gli altri due mandati, e fatti con tutto amore, per il prezzo delli dieci luigi d’oro accennati; professando particolar propensione alla sua compitezza, attenderà solo il genio suo circa le vedute.
Mi rallegro pure con lei del bellissimo bronzo avuto dal signor Cornacchini giovane scultore in Roma sotto la protezione dell’eminentissimo signore cardinal di lei zio , che mi figuro che sarà una bella cosa, essendo del gusto che mi accenna; e se mi onorerà di farmi veder una di lui accademia, come mi asserisce, avrò caro di ammirare la sua virtù, e decantarla dove porterà l’occasione e l’incontro. Ancor qui in Venezia abbiamo di presente un giovane scultore, chiamato Antonio Corradini, che si porta assai bene, ed ha fatto una statua d’una Fede col capo e faccia velata, che è una cosa che ha fatto stupire tutta la città a riuscire, ed uscire con tanta grazia d’un tal impegno, di far con il marmo apparire il velo trasparente, oltre la figura tuttavia graziosa, ben vestita e ben disegnata.
In occasione del mio soggiorno in Verona ebbi la congiuntura di veder colà in mano d’un signore un picciolo disegno, o sia miniatura in carta pecora di Paolo Veronese, con quantità di figurine picciole, molto belle e graziose, che mi piacquero assai. Vi è un male solo, che dal tempo essendo venuta assai oscura la carta in molti luoghi, son poco visibili le figure, e la carta è perforata in molti luoghi dalle tarme che è un peccato, perché è una bella cosa, e se ne priverebbe per poco, che credo con tre o quattro doble lo lascerebbe. Io non mi volsi impegnare di applicarvi per esser in quello stato; pel altro sarebbe a proposito se fosse intatto; e con tutto ossequio, ec.

Venezia, li 25 di dicembre, 1717.


Bibliografia: Bottari, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII pubblicata da M. Giovanni Bottari e continuata da Stefano Ticozzi, Milano 1822, II, pp. 123-126 (LI).