Scheda

Data: 18 02 1858

Mittente: Mussini Luigi

Luogo Mittente: Siena

Destinatario: Piaggio Luigia

Luogo Destinatario: [Firenze]

Tipo Documento: Lettera

Trascrizione: Gentilissima signora Luigia, fino a quindici giorni sono io era fermo nel mio proponimento di recarmi a Firenze nelle vacanze di Carnevale; ma appunto allora un noiosissimo tumoretto o frignolo si era impossessato del gemello della mia gamba sinistra. Dopo averlo trascinato per più giorni per le vie a modo mio, finì per trascinarmi a letto a modo suo. E dipoi fra il letto e la poltrona ho consumato il Carnevale e appena cominciai quest’oggi a fare qualche passo. Vorrei rifarmi coll’effettuare in breve una rapida corsa costà, ma per ora mi trattiene una considerazione. A taluni è piaciuto sostenere ch’io abbia fatto pratiche per avere il noto posto vacante a Firenze, ed ogni mia apparizione era interpretata in questo senso. Li ho lasciati dire. Ma per la recente morte del Ministro dell’Istruzione pubblica, la mia venuta sarebbe un’apparenza di verità a quelle voci, come s’io andassi ad officiare chi avrà raccolto interinalmente quel portafoglio. Ora ho vari motivi per tenere assai a non dare appiglio a simili voci che vorrebbero far credere ch’io aspiri a quel posto. Ma parliamo di lei gentilissima signora Luigia, e del quesito assai imbarazzante ch’Ella mi propone di sciogliere. Frattanto le dirò che approvo il di lei proponimento di eseguire un cartone di sua composizione, sospendendo l’esercizio condotto fin’ora sotto la scorta del Visconti. E convenga che a tale scopo le abbisognava i consigli di un artista provetto. Vorrei suggerirle mio fratello, ma egli è impegnato in lavori che non gli permettono di assumere un tale impegno. In Firenze sono certamente altri artisti distinti e di molto merito, ma posti a un altro punto di vista che il mio (forse migliore del mio!) credo che le converrebbe in parte disfare il già fatto. Il Varni, per quanto meno artista di quelli, ha sulle esortazione mie e di Stürler attinto alle stesse fonti alle quali ho cercato di attingere io e se le circostanze gli negarono di farsi esperto nell’esecuzione ha però, come le dissi altra volta, molta parte di scienza e ottime massime nell’arte del comporre. Io sarei dunque per consigliarle di ricercare i di lui consigli. Il Visconti ch’io trovai già adulto, non poté da questo lato trasformarsi come lo fece nella scienza della forma, nel disegno. Egli stesso lo sente e s’irrita contro la fatica che gli costa una composizione, costretto a rifarla venti volte. È vero che raggiunta che l’abbia, egli può fare un quadro, il Varni no. Dico dunque che egli non deve avere a male che ella, da me consigliata, ricorra al Varni come ha ricorso a lui. Il male è il frutto del succo di diversi fiori. Se ella lo crede opportuno, comunichi pure queste righe al Visconti. Del resto ella farà ciò che la sua squisita delicatezza e la sua sana intelligenza saprà suggerirle. La pregherei frattanto di voler dire al Visconti che gradirei mi scrivesse non fosse altro che per dirmi a qual partito si attiene, dopo la specie di negativa con cui fu accolta la sua dimanda alla Compagnia dei Disciplinati, sulla sua andata a Roma. Ciò pel vivo interesse che gli porto. Come la prego volermi riverire distintamente l’ottimo professor Perfetti e la sua signora Consorte e altrettanto la prego quando scrive a Genova presso il signor Piaggio. Ora dunque coraggio cara signora Luigia. Pensi che dopo i progressi che mi ha fatti vedere recentemente, ne resulta per me il dritto di vederne in breve dei maggiori, per lei l’obbligo di far molto, e molto bene. Avverto bensì che nell’entrare come farà nella fase più ardua dei suoi studii, qual è quella dell’invenzione, della creazione, le nuove difficoltà tenderanno a farle credere di tornare ad essere principiante. Che ciò non valga a scoraggiarla. Anche queste nuove difficoltà saranno vinte. Per ciò, ripeto, coraggio! Mi creda con vera stima. Suo obbligato affezionatissimo servo Luigi Mussini. Siena 18 febbraio 1858. Mia sorella e mia nipote la riveriscono affettuosamente. Quando gli se ne offre occasione e le piacesse mandarmi qualche sua composizione, lo faccia liberamente, né occorre ch’io lo dica.

Collocazione: Collezione privata, s.n.

Bibliografia: Inedita