Scheda

Data: 28 02 1858

Mittente: Mussini Luigi

Luogo Mittente: Siena

Destinatario: Piaggio Luigia

Luogo Destinatario: [Firenze]

Tipo Documento: Lettera

Trascrizione: Gentilissima signora Luigia, la ringrazio della bontà con cui mi parla del breve ma nojoso incomodo or ora sofferto. Quanto al mio andare colà, è probabile che degl’interessi di famiglia, e coll’oggetto di rivedere dei parenti che sono per restituirsi in Prussia, io faccia una gita a Firenze, innanzi o poco dopo la Pasqua. Ma non oso più far propositi dacché credo che mi vanno, più o meno a rovescio. Eccomi ora a parlarle del suo invio. Le teste dipinte meritano molte parole d’incoraggiamento. Non ho bisogno di dirle che quella in profilo e l’altra di semi-profilo con capelli bianchi portano il vanto sulle altre due, e per disegno e per intelligenza del modellato e del chiaroscuro. Anche il colore ne è soddisfacente, se non ché in quello di semi-profilo tende un po’ troppo al rosa. Quel giovane dalla barba bionda lascia più degli altri da desiderare. Credo che andava tratto miglior partito da quella testa. Quei capelli sono presi un po’ a caso sul vero. Per farmi intendere ci vorrebbero molte parole. Pure dirò che la capigliatura di ogni uomo nonostante la sua mobilità, ha di per sé certe linee caratteristiche che danno a quella testa un dato carattere: queste linee può il caso alterarle specialmente se sono abbondanti i capelli e flottants. Ma l’arte sta nell’escludere le combinazioni eccezionali e puramente casuali per cogliere la sagoma tipica e veramente caratteristica, ciò che sapevano normalmente cogliere gli antichi, come ella può riscontrare nelle pitture dei quattrocentisti e nelle medaglie di quell’epoca dalle quali fece qualche ricordo qua a Siena. E questo principio è di rigorosa applicazione non solo pure alla maschera umana, ma a tutto ciò che l’arte prende a ritrarre, sia natura vivente sia natura morta. Legge suprema dell’arte, comune al poeta che potrà ritrarre i varii tipi morali dell’uomo, se non sa eliminare le apparenti contraddizioni eccezionali e casuali esteriori, che sembrano falsare il tipo veramente caratteristico. Ecco dove Molière è inarrivabile; ecco dove i maestri del quattro e cinquecento ci danno grandi lezioni. Non vi è stile non vi è arte fuori di questo precetto. E questo stile e quest’arte mancano affatto nella sua testa della barba bionda, che trovo pure inferiore alle altre del lato del modellato e del chiaroscuro. Veniamo alle composizioni. Il soggetto della Figlia di Jefte è bello e di alta poesia e credo che ella potrà farci molto studio colla scorta ed i consigli del Varni. La composizione del foglio è certo delle migliori. Trovo bensì che la protagonista di quella che ho marcata di un ha una dignità uno stile elevato e poetico che me la fa preferire alle altre. Veda se potesse conciliare questa figura colle due compagne della composizione del foglio grande preferendo sempre il serto largo di questa al serto alto del . Al quale serto largo potrebbe forse dare questa forma di semi-lunetta. Molta poesia dovrà pure resultare dal luogo della scena, dalle linee cioè del fondo, nelle quali ancora non la rinvengo. Ma su ciò pure ho fiducia che il Varni potrà darle ottima direzione. I costumi di que’ tempi furono creati mirabilmente dai maestri antichi da Giotto a Raffaello poi messi in opera maestrevolmente dal Pussino. Non si possono né si debbono cercare altrove, ed anco in questa ricerca le sarà guida il Varni. La grandezza delle figure mi parrebbe non dovere superare quella delle mie donne del Decamerone Senese che ella vide abbozzato, cioè un atomo meno della metà del vero. D’altronde gli antichi facevano sempre cartoni piccoli anco dovendo poi eseguirli grandi al vero. Nel piccolo è più facile far dominare la propria volontà sulle seduzioni del modello pagato. Ma prima di por mano al cartone, non dubito che il Varni non le faccia ben digerire la sua composizione, anco dal lato stile, costume, fondo &. Il soggetto di Marta è un po’ sterile; bensì con arte e stile e colla sua composizione che è buona per l’espressione e la mimica, si può fare una buona cosa. Il suo bozzetto dell’Anima portata dall’Angelo è pieno di ottimi elementi ed anco l’effetto e la poesia del colore ne è bene intesa. V’è un poco di magrezza in quel gruppo, ma è facilissimo il rimediarvi. La forma del quadro è troppo quadra e forse troppo vasto è il campo, ciò che tende a immeschinire le figure. Il Luini ha trattato in modo sublime un soggetto consimile. È il corpo di una santa portato in cielo da due angeli. pittura a fresco, ora nella Galleria di Brera a Milano. Vorrei che ella lo conoscesse: ma non so se sia stata mai incisa. Mi accorgo di aver fatto in questa lettera la mia parte di pedagogo con stupenda pedanteria. Ma credo bene signora Luigia ch’io dico il predicatore fate quel ch’io dico, non quel che faccio. Mille cose le porga agli ottimi coniugi Perfetti, non ché al suo signor padre e mi creda suo devotissimo e affezionatissimo servo Luigi Mussini. Siena 28 febbraio 1858

Collocazione: Collezione privata, s.n.

Bibliografia: Epistolario 1893, pp. 106-108