Data: 7 09 1858
Mittente: Mussini Luigi
Luogo Mittente: Siena
Destinatario: Piaggio Luigia
Luogo Destinatario: [Genova]
Tipo Documento: Lettera
Trascrizione: Gentilissima signora Luigia, le nuove che ella mi dava di sé e di sua famiglia mi giunsero graditissime, e sento con piacere che la villeggiatura non le ha impedito d’intraprendere un lavoro importante qual è il ritratto di una bella signora. La bellezza è uno dei più ardui problemi che la natura proponga all’artista, è lo scoglio in cui è facile rompere lo schifo, e perciò la bella Gioconda è un prodigio dell’arte! ella non mi dice in quali proporzioni fa quel ritratto, se al vero, se la sola testa, o con le mani e gran parte della persona. Quanto a rispondere al di lei quesito, mi rimane il farlo non conoscendo l’esito di questo ritratto e non potendo vederlo. Dirò solo che se non fosse superiore a quelli che affrettatamente fece in Firenze alle sue amiche, non lo esporrei. Ella è al caso di giudicare se stessa, e al bisogno anco i signori Spinola e Dufour potranno corroborare il suo giudizio in un senso o nell’altro. Io non posso dir altro che se riesce bene va esposto senz’altro e soggiungo che se espone il ritratto potrebbe esporre anco le 2 migliori teste di studio fatte a Firenze, ma che senza il ritratto non le esporrei. Pensi che la pittura fatta secondo i nostri principii è poco intesa dai più, e che non è che a condizione di imporsi loro con una grande evidenza, che si può vincere le loro prevenzioni, e la loro tenerezza per i giuochi di pennello, la impertinenza di tavolozza che essi chiamano bravura. Con ciò non intendo dire, non esponga; dico esponga, dico parli se spera di persuadere, ché altrimenti, sono parole gettate, e a tutto scapito di chi le pronunzia. Nel rendere incarico al Varni di una eseguitagli commissione l’ho pregato di ringraziare in mio nome quegli artisti che tante cortesie mi recarono in Genova. Ora più particolarmente la pregherei ad essermi interprete presso il signor Spinola e il signor Dufour, dicendo loro che, non so dimenticare le tante loro gentilezze e cortesi accoglienze. Avrei gradito trattenermi costà più a lungo per poter principiare a godervi la compagnia di questi signori e quella della di lei famiglia, ma quand’anche non fosse spirato il termine della mia vacanza, sentii il bisogno d’emanciparmi con una fuga, non lo potendo altrimenti. E certo perch’io torni a Genova bisogna che le circostanze sieno mutate, o ch’io stipuli patti anticipatamente. La mia sorella e la nipote le fanno mille saluti mentre io la prego a riverirmi distintamente i suoi genitori. E ripetendomi dunque pronto a servirla, mi ridico con vera stima Suo devotissimo e obbligatissimo Luigi Mussini. Siena 7 settembre 1858
Collocazione: Collezione privata, s.n.
Bibliografia: Inedita