Scheda

Data: 4 11 1860

Mittente: Mussini Luigi

Luogo Mittente: Siena

Destinatario: Piaggio Luigia

Luogo Destinatario: [Genova]

Tipo Documento: Lettera

Trascrizione: Gentilissima signora Luigia, comincerò con pregarle di porgere i miei più vivi ringraziamenti al suo signor padre di cui ricevei le belle fotografie cavate dal mio ritratto, ed ora avrei quasi rimorso si aver dimostrato l’indiscreto desiderio, se tanto non fossi contento di aver da mandare a qualche amico lontano una fotografia così ben riuscita. Quella che mandai alla signora Luigia non ci è male, ma il Marocchini ne ha fatte delle migliori. Quelle poi che sono meravigliose sono le carte di visita di Deidéri fotografo di Parigi. Sono veri gioielli. Lessi l’articolo del Corriere mercantile. È vero che ha scansato di entrare in materia sui suoi quadri, lo fa per altro in termini che nulla hanno di quel tenore sprezzante che in certe occasioni sanno adoprare codesto signori. In complesso poi è la solita limonata mussante, che svaporato quel poco di gaz, rimane insipida anzi che nò. Or eccomi a parlarle delle due sante che marcano un evidente progresso e glie ne faccio i miei rallegramenti. Ma debbo confessare che mentre ella sembra meno contenta della Santa Caterina io darei a questa preferenza, fatte che vi sieno quelle modificazioni di cui già ella sente il bisogno. Queste in fatti occorrono nel movimento dei bracci e delle mani che abbisogna di maggior parallelismo come sono tutti i movimenti spontanei e che partono da uno slancio del cuore. Come ella dice, l’avambraccio destro conviene che sporga verso lo spettatore mentre il sinistro dovrebbe allontanarsene di più: ciò mediante due scorci opposti. Inoltre amerei che la sinistra si discostasse dalla spalla quanto fa la destra per ottenere maggior parallelismo di azione. Bisogna, io credo, evitare che una mano dica una cosa e l’altra un’altra cosa. Da questa critica in fuori trovo la Santa Caterina un felicissimo concetto e la testa bella ed esprimente e perfettamente acconciata. Sono convinto che le riuscirà molto bene. Quanto alla Santa Agnese mi sembra un poco atteggiata a quella devozione un po’ leziosa e artificiosa che tanto prevalse nel secolo dei Carlo Dolci e de Sassoferrato, e che sembra di persona che sa di essere guardata. Forse quelle mani incrociate sul petto è azione che sente un po’ di convenzionale, di teatrale. Vorrei qualcosa di più vero e di più severo nello stile e nel sentimento. Forse sono io stesso un po’ severo con questa sua Santa Agnese, la quale, dato quel concetto, è molto carina. Mi credo che ella potrebbe far meglio. Il progresso poi mi pare che stia pure nella acquistata facilità nell’attuare i suoi concetti, e nella prontezza con cui ha fatti questi due cartoni. Coraggio dunque, ché questa è una buona occasione di studio e di farsi onore. Noi siamo fino a martedì scorso in città. Lo stato della povera Elena non è affatto migliorato, non ci permetteva di aspettare il freddo in campagna. Questo non si è fatto aspettare, e qua siamo come in pieno inverno, con fresco acceso, e tutti gli altri accessori. Io ho molto acquistato in campagna e solo di quando in quando mi molesta la debolezza e qualche malessere. Da ieri però mi sono rimesso al mio quadro che vorrei avere ultimato quando il nostro re assumerà il titolo glorioso di re d’Italia. La prego dei miei complimenti in famiglia; riceva i saluti di Elena e di Adelina e mi creda suo devotissimo servo Luigi Mussini. Siena 4 novembre 1860

Collocazione: Collezione privata, s.n.

Bibliografia: Inedita