Data: 23 11 1860
Mittente: Mussini Luigi
Luogo Mittente: Siena
Destinatario: Piaggio Luigia
Luogo Destinatario: [Genova]
Tipo Documento: Lettera
Trascrizione: Gentilissima signora Gigia, mi affretto a riscontrare la pregiatissima sua del 21 stante la fretta che le è fatta e che non posso abbastanza regretter in quanto ché mi sembra vederne traccia nei due pensieri che mi sottopone, né glie ne faccio rimprovero in quanto ché, per noi moderni che non siamo, come lo erano i fortunati antichi, racchiusi nel cerchio austero di un solo principio, ma per aver visto tanto e assai troppo, ci tocca a scegliere fra tante tendenze, a rigettare tante tentazioni, il tempo è necessario per raccoglierci per fortificarci e per andar dritti in buona strada. Credo che la miglior lezione ch’io possa farle egli è di mandarle due segni di lucido dei santi domenicani dal Beato Angelico che ho tratti dall’opere di San Marco che forse ella non ha per le mani. Potrà riscontrarvi il carattere austero impresso a quelle figure, i caratteri propri di quel vestimento, quell’ampio ed alto cappuccio, tanto caratteristico, la semplicità del gesto, il tipo di testa, severo, quadrato, di ossatura forte. Il suo San Domenico ha certo voltata la testa aggraziata che sa di seicentismo. Lo stesso difetto è nel San Tommaso ambedue hanno testa grossa assai. So bene che non sono che un primo schizzo, ma vorrei che l’intenzione fosse migliore. Credo che stante l’angusto spazio, potrebbe ottenere miglior resultato voltando le figure di tergo e anche meno anziché presentarli di fascia. Vorrei che ricominciasse da capo e potesse liberarsi dallo sprone della fretta che le vien fatta e che è evidente in questi schizzi giacché ella può fare molto ma molto meglio. Guardi quanta verità e dignità vi ha in questi santi dell’Angelico le cui teste, non piegano né sopra una spalla né sopra l’altra. Non amo che si rubi lo stile di tale o tale altro maestro, a modo dei tedeschi moderni, ma quando lo scolare ha posto il piede in terreno sdrucciolevole, occorre si specchi ne’ grandi esempi antichi che fanno affetto di riprensione e ricordano i sani precetti. Mia sorella è da una settimana in via di miglioramento molto notevole e consolante. Per fortuna Adelina non si è mai allarmata stante le premure del medico e di noi tutti per rassicurarle entrambi. A me però il medico aveva messo gravi apprensioni. Speriamo che si sia ingannato. Della povera signora Maria non posso pur troppo darle notizie migliori. Anzi in questi giorni il suo stato si è sempre più aggravato e il pericolo è tale che temiamo molto. Ieri le dissi come lei e la signora Luigia spesso la ricordavano, e si mostrò gratissima e disse che lei pure molto spesso a loro pensava e mi disse di salutarle. Perdoni se ho scritto così male e forse in modo inintelligibile. Ma ho fretta e non voglio differire a domani. La prego dei miei complimenti in famiglia e mi creda suo devotissimo servitore Luigi Mussini. Siena 23 novembre 1860
Collocazione: Collezione privata, s.n.
Bibliografia: Epistolario 1893, pp. 127-128; Barocchi 1998, p. 545