Scheda

Data: 27 10 1849

Mittente: Mussini Luigi

Luogo Mittente: Parigi

Destinatario: Duprè Giovanni

Luogo Destinatario: [Firenze]

Tipo Documento: Lettera

Trascrizione: Carissimo amico, tu mi hai prevenuto. Ero per scriverti e rimproverarti il tuo lungo silenzio non sapendo affatto che già tu mi avessi scritto assieme col Lega. Se l’hai messa alla posta senza l’indirizzo dell’abitazione è rimasta alla posta. In questa Babilonia l’indirizzo è indispensabile. Ma se mi dici in qual mese mi scrivesti potrò reclamarla. (Il sostantivo lettera manca ma ti scrivo alla buona e basta che vi sia il cuore e l’amicizia). Volevo dunque averti scritto, tempo addietro perché mi avevano dato i miei una trista notizia di casa tua, ma passati involontariamente varj giorni, era ormai troppo tardi o troppo presto e temei di far più male che bene, ma ho pensato molto a te sapendo quanto eri addolorato. Convien dire caro amico che siamo qua per vivere cento cattivi giorni per un buono, e davvero non so come accade ai più di far gran conto della vita. È vero che tanti non hanno né possono avere affezioni! Sono sensibile e grato a quanto la tua amicizia ti fa dir e pensare di me e della mia carriera. Accetto i buoni auguri per quanto sia poco avvezzo a sperare bene ed ancor meno a veder realizzata qualche buona speranza. È vero che questa volta ho ottenuto quel che meno mi aspettava un premio all’esposizione (ma di 3a classe) e la commissione del ministero di una replica della Musica Sacra, poiché dell’originale non potevo disporre. E nota che fa onore agli artisti di questo paese di cui era composto il Giury, e di quali non conosceva un solo, che favorissero così uno straniero. Si vede che le idee grette e basse di monopolio non li guastano come fanno i nostri artisti fiorentini di cui mi hai ben ragione di dir quel che dici. Oh come saremmo stati bene uniti se ci fosse stato concesso di lavorare assieme vicini come eravamo a S. Barnaba, mettendo in comune le nostre idee e massime d’arte e il nostro affetto per le vecchie scuole dei nostri santi padri, sentimenti tutti questi che non sono del corpo accademico e che ci esiliavano dal consorzio di tanti artisti come per farci legare di più stretta amicizia. Ma che vuoi non c’era più pane per me in quel benedetto Firenze! e mi sarebbe troppo doloroso l’essere a carico di mio fratello che ha famiglia ed alle mani quest’arte bellissima ma che non frutta lavori. E tu al contrario hai più motivi di rimanere in patria la famiglia, ed una posizione che hai rapidamente conquistato col tuo talento, posizione che non può che migliorare. Ciò non ti distolga però dal progetto di esporre una volta a Parigi. Il resultato non è dubbio. Ciò mi porta a dirti qualcosa dell’esposizione. In pittura v’era molto ma dico il vero sperava meglio quanto alla qualità. È vero che le commissioni politiche avevano molto distrutto gli artisti nei due anni antecedenti. Ma pur troppo vedo che il bello slancio che aveva Ingres dato all’arte 6 o 7 anni fa, si è rallentato. I francesi persistono poco una via e la moda è imitabile in arte come in altro quando si fa tanto di lasciarla regnare e questo è il male di questo paese. In scultura questo male della moda non si fa sentire, forse la non è da tanto di piegare il bronzo ed il marmo ai suoi capricci. Ma ti dico che anche nella scultura sono rimasto deluso della mia speranza. Molta mediocrità, qua e là del barocchismo, e dell’affettazione. La sola statua che fosse veramente una bella opera è quella che ebbe il gran premio La Penelope addormentata di Cavelier attualmente pensionato a Roma. È un’opera concepita anticamente -voglio dire alla greca e può rammentare il fare dei comoli seduti del Museo Vaticano- se nonché manca a mio parere di finezza e verità nell’esecuzione quelle qualità che vi avverti nostre tu con tanta evidenza. Credo bene che l’artista l’abbia pur trascurate per esser di scuola affatto concettista. Ma mi piacque non di rinvenire la caricatura francese, anzi una semplicità di concetto e verità di movimento tutta italiana o greca che è tutt’una. Il famoso Pradier mi è caduto; manierato mi è parso e meschino. Oh! perché non vi era un tuo lavoro. Pensa ad eseguire il tuo progetto di mandare una replica dell’Abele. Non so se il Giury avrebbe sparita l’imparzialità fino a preferirti il francese Cavelier per destinarti il gran premio che consiste in una pensione annua di 5000 franchi da fruirsi fino a che un’opera migliore della premiata venga giudicata tale ad altra esposizione. Ma è certo che l’amor del paese soverchiando, ti sarebbe stata assegnata una medaglia di 1a classe (di 1000 f.) e quindi indubitatamente acquistata l’opera dal ministero se non prima da qualche intelligente mecenate come mi dicono essere il Luyne e qualche altro. E credi che l’amicizia ed il desiderio di un tuo successo e di una tua venuta a Parigi non m’inducono a troppo sperare. Quanto vorrei vedere il tuo Pescatore! Mi diverte che ti paja t’abbia composto anch’io. So che il mio ritratto ha un posto d’onore nel salotto e che vi è molto ammirato ma non so come v’abbia buona luce. Delle mie occupazioni ti dirò che per un pezzo ho fatto dei ritratti all’acquerello. Il mese di settembre l’ho passato in campagna ad un Castello degli Aguado che mi avevano invitato e chiesto un quadretto che fosse ad un tempo un ritratto del Castello, e della famiglia a guisa di Paese figurato. Ciò mi ha permesso di prendere studio ed ora sono più contento che ho ripresa la vita dello studio. Ho abbozzata la replica della Musica Sacra e sto abbozzando il quadro suddetto sugli studi fatti sul luogo. Poi mi occuperò di un ritratto ad olio del povero Beppe Nerli che ho promesso tentare alla sua povera Madre. Ho saputo anche da altri il successo del quadro di Ciseri me ne rallegro ma ne ero sicuro. Dagli per me mille saluti e congratulazioni. Addio mio caro amico ti lascio senza una parola pel nostro infelice paese. Che vuoi! i sospiri non si posson tradurre in parole. E poi che lunga lettera ti ho già scritta! Conservami la tua preziosa e cara amicizia e credi a quella del tuo amico Luigi Mussini. Parigi 27 ottobre 1849

Collocazione: BCI, Lettere autografe di Luigi Mussini allo scultore Giovanni Duprè, materiale non catalogato

Bibliografia: Inedita