Data: 22 03 1859
Mittente: Piaggio Luigia
Luogo Mittente: [Genova]
Destinatario: Mussini Luigi
Luogo Destinatario: [Siena]
Tipo Documento: Lettera
Trascrizione: Pregiatissimo signor Mussini, ho ricevuto la pregiata sua coll’annunzio che il quartiere è fissato. La zia m’incarica di ringraziarla molto della sua sollecitudine e di tutto. Entrambe speriamo d’essere a Siena per l’epoca fissata, ma da pochi giorni a questa parte pare che un turbine vada addensandosi specialmente colà dove eravamo dirette, ed allarmanti voci corrono in proposito. So bene che non a tutte le ciarle si deve dar retta, ma ciò le dico perché potressimo [sic] ritardare qualche giorno, ed anche non venire (ciò che però credo difficile) se reale fosse il pericolo. In tal caso avviserei sempre in tempo, ma ritengo che siamo pronte a pagare a vuoto (non venendo) un mese o quel che è d’uso in simili circostanze. È vero, scelsi forse male l’epoca di un ritorno in Toscana, ma a ciò mi decisero molte circostanze troppo lunghe a ripetersi, ma che equivalgono ad esser questo il solo tempo in cui per me è possibile tale gita poiché è un vano sogno che i miei genitori possano venir meco, e la zia che ora ha la bontà d’accompagnarmi, non lo potrebbe un altr’anno perché aspetta i suoi figli assenti da 15 anni, ed anzi era per essa una distrazione questo viaggio. D’altronde avrei torto a lagnarmi anche mi si chiedesse questo sacrificio per la tranquillità dei miei genitori, il mio sarebbe nulla a confronto di ben maggiori che vengono fatti in questi momenti. Punto non mi sorprende ciò ch’ella mi dice dell’animo suo, bisognerebbe non avere né mente, né cuore per rimanere indifferenti a questa lotta che è questione di vita e di morte. I pericoli che ora si temono per le altre parti d’Italia mi fecero seriamente pensare alla probabilità di rimaner senza notizie, e divisa dalla famiglia senza poter tornare volendolo, ed è per questo che ora dubito seriamente di quello che cercai ogni mezzo per ottenere. È proprio vero che immensamente deve costarci ciò che poniamo come scopo della nostra vita. Quel che soffersi l’altra volta divisa dalla famiglia lo sa solo il mio cuore, e forse è ora l’esperienza del passato quella che m’ingigantisce la temo. Non creda però che per pericoli fatti noi muteremo pensiero non sarà che per cose serie gravissime, poiché ne la zia né io siamo timide da sgomentarci per delle inezie. Mi sentivo l’obbligo di scriverle queste nostre idee tanto che non le giungesse poi nuova una nostra qualsiasi decisione, così ho ancora aggiunto alle altre la seccatura di questa mia. Gradisca la prego i nostri distinti saluti, ed altrettanti ne porga alle sue signore sorella, e nipote. Sperando presto potermi dire a voce mi ripeto sua obbligatissima riconoscentissima scolara Luigia Piaggio. 22 marzo 1859
Collocazione: Collezione privata, s.n.
Bibliografia: Inedita