Scheda

Data: 17 10 1744

Intestazione: Antonio Cocchi da Venezia a Emmanuele Richecourt in Firenze

Segnatura: Archivio Baldasseroni, Epistolario Cocchi, 93/2, minuta

Fonte: Ricordandomi io che una volta V.E. si compiacque domandarmi il mio sentimento intorno alla raccolta di medaglie del signor Apostolo Zeno, sopra una nota generale che le ne era stata presentata, ed avendo ultimamente avuta occasione di vedere e di considerare alcune parti della medesima raccolta, ho stimato dovere dell'impiego nel quale ho l'onore e la fortuna di servire S.A.R., il rappresentare a V.E. come a suo principale ministro, che tra le dette medaglie ne sono molte che accrescerebbero in modo insigne il pregio della ricchissima raccolta di S.A.R. che già possiede nella sua Galleria, riempiendo quasi tutte le piccole mancanze che vi sono, onde ella diventerebbe forse la più considerabile dell'universo per la rarità ed eccellenza. Vero è che il signor Zeno non parrebbe volersi disfare se non di tutta la raccolta insieme, che compresi tutti i metalli e tutte le grandezze, ascende intorno al numero di diecimila, tutte sincere e ben conservate, medaglie delle quali molte sono simili a quelle che già possiede S.A.R., ma è vero altresì che è di tanta importanza il valore di quelle che mancano, che le doppie verrebbero a costare un prezzo molto moderato delle quali insieme con altre, che pur sono doppie nella raccolta di S.A.R., si potrebbe comporre una separata serie assai competente e stimabile da farne quell'uso che più piacesse alla medesima A.R. Io spero intorno al principio di novembre di potere aver di nuovo l'onore di far reverenza a V.E. in Firenze, poiché essendo la vostra inspezione medica affatto inutile per la natura del male che non soffre la cura, si crede che questi signori ci permetteranno allora di ritornare, non potendo l'arte nostra suggerire se non alcune avvertenze per mitigare gli effetti del medesimo male, le quali si vanno dagli assistenti prudentemente eseguendo. In questo luogo frattanto, ed in ogni altro, io mi farò sempre gloria d'obbedire i comandi di V.E., e per mio dovere e per la particolare gratitudine alla sua bontà verso di me.

Bibliografia: 1996 Fileti Mazza-Tomasello, p. 68.