Scheda

Data: 2 04 1581

Intestazione: Giovanni Battista Elicona a Francesco de' Medici

Segnatura: ASF, MP 746, c. 165

Fonte: Serenissimo Signore, Avendo io dato notizia al Cardinale dei Medici mio Signore, di alcune cose che mi paiono a proposito per V.A.S. e chiaritosi per relazion d'altri e con gli occhi propri del vero, mi comanda le ne dia conto. Sappia dunque che Torquato Bembo ha condotte in Roma le belle reliquie di suo padre per farne esito, non essendo cose da lui, tra le quali sono medaglie, teste, pitture, libri etc. Tra queste è una tavola di bronzo antichissima di più di tremila anni intagliata a l'usanza degli egittii, come per la mostra che mando potrà vedere e per più intelligenza includo l'istessa poliza, che manda il Signor Fulvio a me, pregandola, veduta che sarà questa mostra, la rimande, e così ho promesso al Signor Fulvio, che la tien cara, non potendo aver la vera. Il Cardinal Serleto ha offerto in nome del Papa per questa tavola, 200 scudi di pensione, ma perché Torquato ha più voglia di contanti che d'entrate ecclesiastiche e forse per le traverse che c'interponono alcuni che la desiderano, a V.A. si trattiene l'essecuzione e per prezzo di mille scudi d'oro la potrà avere et a giudizio valente in sua mano sarà di prezzo inestimabile per esser de le belle antichità che si trovino. Inoltre sappia che tutte l'opre toscane del Petrarca, scritte di propria mano in cartapecora, con le acconciature de' versi e postille erano fra queste cose e di già il Signor Fulvio Orsino, che ne aveva notizia, l'ha aute per se, con un' opra del Poliziano diretta al Magnifico Lorenzo, per ricompensa di altre cose che al prezzo di 200 scudi non giungono. Il Cardinale Farnese ne ha aute da 30 medaglie che li mancavano con una testa di Antino et altre cose per 600 scudi. Quel Petrarca scrittore è cosa troppo bella per V.A. e spero che il Signor Fulvio, per la convenienza di tal gioia col Principe toscano e per l'affezione che porta al Cardinale et a nome di V.A., sia per compiacernela un giorno, et io che nel coro di San Giovanni Laterano li sto vicino, non resto d'infiamarcelo. Questo Signore, è di ramo, benché povero, di Casa Orsina, ma di tante belle lettere greche e latine e di costumi tali e maniere gentili adornato, che non solo al Cardinale Santo Angelo fu grato et è oggi a' Farnese in suppremo, ma al Papa che in congregazione de' cardinali se ne serve con sodisfazione. Ha uno studio di tal bellezza di libri, medaglie, pitture, scolture et altre cose elette, che Farnese suo padrone li ha volute dare 3000 scudi al presente e dopo la morte sua lo lasci erede di detto studio ma da Messer Pier Vettori e dello studio e di lui, potrà meglio aver notizia. Giudica il Cardinale che se questi venisse per un mese in Toscana, saria di gusto a V.A. e di servizio alle sue cose antiche, il che mi prometto io che farà sempre che le sia in piacere. Ho dato notizia ancora al Cardinale di un vaso bellissimo di alabastro orientale col suo coverchio e maniche ornate d'oro e smalto antichissimo, trovato pochi mesi sono in un casale di San Giovanni Laterano, fra duo travertini grossissimi, incavati apposta per tal vaso, con ceneri dentro di gran donna, per alcuni pettini trovatici, una ranetta di cristallo di monte et altre coselline da testa di donna, e cerca di averle per V.A., con ogni instanza. Mando anco a V.A. una nobil fatica di Messer Andrea Bacci, medico, servitore devotissimo della Sua Serenissima Casa, per la quale in un foglio si rappresenta con ordine bellissimo tutto l'ordine de l'universo et un giovane, molto dotto, darà presto fuora un discorsetto toscano sopra tal foglio, che potrà ciascuno con facilità comprendere universalmente quel che in tanti libri di theologi, filosofi e medici si raccogle. La supplico mi tenga in memoria per quel devoto servitore che le sono et umilmente me le inchino, pregando sempre Dio per ogni sua felicità. Di V.A.S. servitore umilissimo Giovan Battista Elicona. Di Roma li 2 d'aprile 1581.

Bibliografia: Barocchi-Gaeta Bertelà 1993, pp. 191-192 numero 206.