Scheda

Data: 19 02 1587

Intestazione: Alfonso Del Testa a Francesco de' Medici

Segnatura: ASF, MP 785, c. 284

Fonte: Senerissimo Gran Duca mio unico Signore, mando a V.A.S. per il presente procaccio drento a una cassetta una pietra d'una amatista orientale, la quale io avendola mostra a Pier Giovanni da Montevarchi che acconcia le gioie qui et è tenuto molto intelligente, dice che non ha mai veduto sì gran pezzo d1 gioia, né così buona come questa e che se ne potrà cavare una navicella a uso di bervi drento grossa due coste di coltello, che sarà cosa tanto rara che in simil genere non ha pari e caso che li omini di V.A.S. fussero occupati, mi ha detto che volentieri farebbe lui medesimo simile opera e che sa che le piacerebbe sommamente perché sarà di gran valore. Le mando di più una scatola bianca in forma rotonda drento alla quale ne ho messo quattro scatolini: in uno vi è un medaglione greco con un riverso molto raro e capriccioso et anco mezza dozzina di medaglie rare e di buon mastro tra greche e latine, che non sono nette et in ogni altro scatolino vi è una figurina antica di metallo, rarissima, e vi è ancora una figurina d'argento antica attaccata con un'altra. Tutto mando in segno di riverenza e della continua mia devozione verso l'A.V.S. Credo che lei si sarà degnata di tenere memoria del memoriale che io le detti ultimamente nel corridore, a dove Le suplicavo che si fusse degnata di agumentarmi quattro scudi il mese alla mia provisione e V.A. $erenissima, per Sua innata bontà e benignità mi disse che me l'averebbe spedito però io ne ho rifatto un altro, non avendo mai avuto quello supplicola umilmente, a concedermi questa grazia, perché mi sarà un singolarissimo favore. Il Signor Cardinale mio, mi ha commesso che in suo nome io Le facci riverenza, avendole scritto a lungo per mano di messer Francesco Gerini e facendo fine con ogni umiltà Le bacio la veste e prego il Signor Iddio per ogni sua maggiore grandezza e felicità con tutti li suoi. Di V.A.S. devotissimo et umilissimo servitore Alfonso Del Testa. Di Roma li 19 di febbraio 1587.

Bibliografia: Barocchi-Gaeta Bertelà 1993, p. 294 nota.