Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 1 09 1658

Intestazione: [GIOVANNI BATTISTA STACCOLI A LEOPOLDO DE' MEDICI]

Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, IX, 4, cc. 16-17.

Fonte: Del signore Ambrogio Barocci: un quadro abbozzato, che è l'Assunta della Vergine Santissima, la quale nella parte di sopra è poco men finita ed è elevata da un coro d'angioli. Delli Apostoli chi fa un'azzione e chi un'altra mirando il sepolcro, altri mirando la Vergine, e chi discorrendo insieme. Questi non sono finiti in tutto. La Vergine è uno splendore. II quadro è di altezza piedi sette e largo cinque in tela e ne dimandano scudi centocinquanta di paoli, dico, s. 150 Il quadro che è un Deposito di croce di Nostro Signore. Il Cristo è finito. La Vergine Santissima e la Madalena è finita. La testa, le mani, il panneggiamento e la figura che polisce; il sepolcro è finita. S. Giovanni non è finito, il paese è finito. Il quadro è alto piedi tre, largo due e mezzo, in tela. Le due figure che sostengono con il linteo il Cristo non sono finite, e ne dimandano scudi quaranta di paoli [lateralmente l'annotazione: 1] s. 40 Il Noli me tangere è della medesima grandezza e non è finito se non il dorso, braccia, testa e panneggiamento, la Madalena è finita dal signor Ambrosio nipote del Baroccio, e ne dimanda scudi quaranta di paoli, s. 40 Dissegni. Il cartone del quadro della Cena in fogli reali, finito di chiaro e oscuro, assai ben conservato per la qualità del tempo, di piedi 6 sei e mezzo, largo piedi nove. Il quadro è nella capella del Santissimo dell'Arcivescovado di questa città. Ne addimandano scudi cinquanta di paoli s. 50 Il cartone del quadro della Visitazione, che si trova nella Chiesa Nuova di Roma, che è la metà di chiaro e oscuro, come sopra, la Vergine, Santa Elisabetta, Zaccheria, con un'altra testa, che sono finite tutte, alto due piedi e mezzo e largo per tre. Ne addimandano scudi otto di paoli s. 8 [lateralmente l'annotazione: 2] Un schizzo o cartoncino del quadro de' Capuccini di Urbino, il quale non è rnolto bene conservato, ne dimandano scudi tre di paoli, s. 3 [lateralmente l'annotazione: 3] Il cartoncino del quadro di Genova con una figura di chiaro et oscuro, ne addimandano scudi otto di paoli, s. 8 [lateralmente l'annotazione: 4] Il cartone del quadro del Nome di Dio, che si trova nella città di Pesaro, in carta azurra di lapis negro, che è la Circoncisione di Nostro Signore. È alto piedi sei e largo piedi otto, ne dimandano scudi cinquanta di paoli, s. 50 Un cartone di un quadro che non fu fatto, che è quando la Vergine Santissima addimandava la benedizione al figlio, con cinque figure, schizzata una parte della corte che si dovea fare per la signora principessa di Bisignano, della medesima altezza e larghezza di sopra detta. Ne addimandano scudi cinquanta di paoli, s. 50 Un cartone in carta azzurra, ch'è un Ecce Homo di chiaro e scuro, ch'è questa l'ultima opera che facesse il Baroccio, ove è una sola figura. Ne addimandano scudi venticinque di paoli, s. 25 Dodici teste in carta azzurra, parte conservate e parte lese dal tempo, se bene si conosce la figura, ne addimandano tre scudi dell'una, dico in tutto, s. 36 [lateralmente l'annotazione: 5] Dissegni varii di gambe, mani, piedi, bracci et altro; pezzi cinquanta in circa, ne addimandano paoli quattro il pezzo. [lateralmente l'annotazione: 6] Paesi varii, pezzi quindici in circa, di lapis rosso e negro e di acquarella et altre sorti: ne domanda paoli quattro del pezzo. [lateralmente l'annotazione: 7] Cartoncini piccoli doi a scudi cinque l'uno. [lateralmente l'annotazione: 8] Modelli di terra tre. Piatti tre di mano del Baroccio, turchino di chiaro et oscuro con paesini ben finiti e sciacquati e conservati; ne addimandano scudi trenta di paoli, in tutto, s. 30 Doi dissegni di mano di Raffaello di Urbino, che uno è una Madonna con un putto e S. Gioseffo fatto di penna. e l'altro di chiaro e scuro in carta gialla. Ne addimanda scudi tre di paoli l'uno, dico in tutto, s. 6

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 71-73.

Note: Nota di mano anonima inviata da Giovanni Battista Staccoli da Urbino a Firenze, alla quale accenna la minuta di risposta del 7 settembre 1658. Le annotazioni numeriche sono probabilmente di Filippo Baldinnucci.