Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 4 05 1675

Intestazione: LEOPOLDO DE' MEDICI AD [ANNIBALE RANUZZI]

Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, XIV, cc. 739-740.

Fonte: Molto illustre Signore, ho ricevuto le due lettere di Vostra Signoria dell'ultimo del passato et insieme tutte le note e fogli che vi erano inserti, e per discorrere in primo luogo dei ritrattini che ho già veduti, dirò con la mia solita libertà che pochissimi ve ne ho riconosciuti che sian da pigliarsi per il mio studio, e quelli nominati propri de' Caracci, Coreggio, Paolo, Tiziano e altri, sia detto con pace di chi gli ha battezzati, non solo non sono di questi valenti uomini, ma sono malissimo fatti. I meglio però che sieno tra essi sono il n. 1, n. 2, n. 9 e n. 10, e questi li ritengo appresso di me, perché quando anche non riuscisse a Vostra Signoria di far calare niente della domanda, io li voglio per le due doppie dell'uno che ne pretende il padrone quando si voglia scerre. Ho sentita la relazione del torso di marmo e non intendo di tenere in parola nessuno, perché io vi voglio pensare e forse può essere che vi applichi, non essendo tanto lontano il prezzo che non ci possiamo pigliare in ogni caso. Della testa di Guido non occorre parlarne, perché io non ho mai comprato né voglio comprare quadri di questo maestro a' prezzi che vengono stimati costì in Bologna, oltre che delle teste ne ho due del medesimo Guido belle assai. Circa la Circe del Garbieri, perché anche questa è troppo cara, né mi sento di spendere 150 scudi in una si può dir testa, si può licenziare. Quanto poi a' disegni, ho sentito il tuono; e come veramente non pensassero di calar bene, non occorre mandarli che io li veda, e se avessi da vendere i mia a questa proporzione. volentieri me ne priverei, perché ne caverei di molti mila scudi. Venendo poi alle cose del Magnavacca, dico che lo strigile è caro, né io vi spenderei più che una doppia, e come Vostra Signoria sa, ne ho un bellissimo e con la molla che si è mantenuta ancora perfettamente. Intorno alle due medaglie di Carausio e Alletto, non risolvo per ancora cosa alcuna, sì come ancora voglio pensare un poco al baratto che desidererebbe di fare del medaglioncino d'argento con un Gordiano Affr. iun.; e con altre forse le dirò il mio sentimento. Ho veduto quanto ha risposto il signor Conte Malvasia sopra il particolare delle notizie domandateli, e quello Vostra Signoria medesima mi soggiunge in tal proposito; e certo l'opera mia non ha che fare niente con la sua, perché è universale e non viene a particolare alcuno. Si contenti però Vostra Signoria di procurare d'avere per qualche altro mezzo quei lumi che sarà possibile in ordine alle suddette notizie. Rimando la scatola con il restante de' ritrattini, fra' quali quello e le due cere del Casarenghi, che non fanno niente per me. Vi è anche quello mandatomi dal signor Marchese Cospi, per il quale le mando, nella medesima scatola de' ritrattini, uno scatolino con 28 doppie, che 18 per 9 ritrattini mandatimi dal medesimo, e 20 per la testa del Tintoretto di Vouet, e Vostra Signoria potrà forse aver avuto ordine dal medesimo signor Marchese di come contenersi in questo particolare. Et augurando a Vostra Signoria ogni prosperità, al piacere di Vostra Signoria Il Cardinale Medici Di Firenze, 4 maggio 1675.

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 334-335.

Note: Di mano di Filippo Baldinucci. Uno schema di questa stessa lettera è tracciato nel c. 721 dello stesso codice dallo stesso scrivente.