Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 7 05 1675

Intestazione: ANNIBALE RANUZZI A LEOPOLDO DE' MEDICI

Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, XIV, cc. 742 s.

Fonte: Serenissimo e Reverendissimo Signore e Padrone colendissimo, ricevo l'umanissima di Vostra Altezza con l'altra per il Marchese Cospi, al quale l'ho mandata in villa col ritrattino e con le diciotto doppie pur ricevute, avendo ritenute l'altre dieci per me, conforme era concertato col medesimo Marchese Cospi, e ricevo similmente gli altri ritrattini e le cere del Casarenghi e sento come abbia ritenuto appresso di sé il n. 1, 2, 9 e 10, e il padrone non ha che dire, se non che non vuole scemare nulla del prezzo chiestone: anzi dice parergli che nella lista mandata ne sia chiesto di più delle otto doppie che Vostra Altezza accenna essere il prezzo scritto nella medesma, rimettendosi in Vostra Altezza circa il far dare un'occhiata a quella lista, non ne avendo tenuto copia; e mentre la lista non dica che otto doppie fra tutti quattro, il negozio resta aggiustato, e se per sorte Vostra Altezza ritrovasse che dicesse più, potrà ordinarmi il quanto io deva aggiungere di vantaggio. Circa le cose proposte sento benissimo quel che appunto è ragionevole, e per quel che spetta dissegni in questo paese non torna conto a comperarne a pochi per volta. Il torso è bello e con un poco di tempo le cascarà nelle mani. E la Circe del Garbieri pure mi piacerebbe per Vostra Altezza, ma bisogna lasciare sfumare le frenesie del prezzo, poiché se la vorranno vendere, bisognarà intenerirsi, e in quanto al rimanente io non ne farei gran caso. Non ho veduto il Magnavacca, ma poco starò a vederlo e mi regolarò secondo a ciò che Vostra Altezza mi prescrive nel trattato spettante alle sue cose, e le notizie desiderate dal Malvasia mi saranno a cuore per procurare se da altra parte potesse l'Altezza Vostra restar in qualche parte servita. Piove giorno e notte e fa freddo come di inverno. Io vorrei andare a Roma a santificarmi, ma sinché non si muta il tempo non ci voglio pensare, crederei tuttavia alla fine del presente effettuare il mio dissegno e portarmi per qualche giorno da mio fratello a Urbino, e poi nel ritorno di Roma esser a inchinarmi a Vostra Altezza Serenissima, al rinfrescare della stagione. Mentre non restandomi che aggiungere a Vostra Altezza Serenissima, umilissimamente m'inchino umilissimo devotissimo et obbligatissimo servitore Annibale Ranucci Bologna, 7 maggio 1675.

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 336-337.

Note: