Numero d'ordine:
Data: 18 05 1675
Intestazione: ANNIBALE RANUZZI A LEOPOLDO DE' MEDICI
Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, XIV, cc. 748-751.
Fonte: Serenissimo e Illustrissimo Signore e Padrone colendissimo, ricevo l'umanissima di Vostra Altezza Serenissima con il foglio apparte, contenente quanto brama circa la chiesta notizia in materia de' pittori, scultori e architetti dal '42 in qua, e a conto di quanto il signor Conte Malvasia mi ha dato la qui congionta cartuccia; ma perché non mi pare che l'Altezza Vostra resti molto esquisitamente servita, procuro che da altra banda ne sia fatta qualche miglior diligenza, e la trasmetterò subito che mi sortisca di averla. Circa poi il capitolo della suddetta umanissima di Vostra Altezza, nel quale dice di non essersi forse nell'altre antecedenti ben esplicato a conto dell'altra nota trasmessa de' pittori, cioè dal 400 a dietro, dicendo non desiderarne la nomenclatura che dal 1642 in qua, la supplico riverentissimamente a contentarsi che io faccia un processo in mia diffesa per sostenere la fama di quella attenzione che io sono tanto ubligato ad avere nella essecuzione de' commandi di Vostra Altezza, e le mando perciò le due qui congionte, una vicinissima all'altra, contenenti questo affare con la precisa specificazione di desiderarsi la notizia dal 1200 fino al 1400. Il Magnavacca dice che del medaglioncino rivole due doppie senza diminuzione e dello strigile sta pure su l'istessa pretensione delle due doppie e dice che queste sono due cose che gli fanno gran gioco a darne via unitamente dell'altre di poco prezzo, e che le ripigliarà sempre volontieri con animo di venderle anco meglio in compagnia, come si disse, di altre cose, ma che ha volsuto che Vostra Altezza le veda e che farà il medesimo di qualsivoglia cosa che gli dia alla mano, per atto di umilissimo rispetto dovutole e perché l'Altezza Vostra possa restar servita di quel che per sorte le piaccia. I libri del Masini e Montalbani si mandaranno co '1 venturo procaccio, avendo per l'appunto trovato nelle librarie che di quelli del Masini ve n'era ancora uno, se è vero che siano venduti tutti, e ho speso in tutto mezza doppia. L'esposizione delle reliquie del loro glorioso S. Antonino ci fanno vedere il sole. Dio laudato e, non restandomi che aggiungere, faccio all'Altezza Vostra umilissima riverenza. Di Vostra Altezza Serenissima umilissimo devotissimo et obbligatissimo servitore Annibale Ranucci Bologna, li 18 maggio 1675. Nota di pittori presenti dal '42 in qua, data dal signor Conte Malvasia. I pittori ché operano al presente in Bologna con qual che grido sono il Colonna, allievo del Dentone, e allievo dell'istesso lo Sghizzo, che serve oggi il Serenissimo di Parma. Valdessera, detto il Todesco, oggi al servizio dell'Altezza di Modona et allievo del Metelli, già morto. Il Mengazzino e l'Alborese, ambi scolari e l'ultimo compagno del Colonna, et una infinità da questi derivanti di poco conto che il nominar non accade, come il Friani, ]i Roli, il cavallier Donini alla corte di Spagna, il Monticelli che si porta assai bene in prospettiva a tempra e simili, che tutti sono frescanti e di quadratura. De gli oglianti e figuristi bolognesi, de' quali solo si dà notizia, per iscriversi solo di essi dal 1642 in dietro, si mandò già relazione all'Eminentissimo Padrone Serenissimo aggionta alla nota de' loro nomi, a tale effetto inviatami, e più difusamente si avrà, a Dio piacendo, nella Istoria de' pittori di Bologna. Oggi vivono il Cignani, il Taruffi e il Pianori, albanisti; Pasinelli, Bolognini e Cittadini, detto il Milanese, guidisti; i Genari guercinisti e il Canuti indifferente, che sono i più bravi. Gli altri ordinarii e giovinastri non han numero. Quanto ad architetti e scultori, de' quali non iscrivo, ma de' soli pittori, stiam malissimo, a segno che, come già avvenne negli ornati del Duomo, a fare i quali bisognò chiamare i Bagnuoli da Reggio, così oggi, occorrendo far non so quali lavori di stucchi in S. Petronio ed altrove, è convenuto far venire scultori da Milano e tornare a ripatriare il Brunelli, allievo del nostro Algardi, che è quanto maestro di gran fama abbiamo in questa professione, se ben morto, e che fu allievo del Convinti, uomo trivialissimo. Anticamente numeriamo un solo del quale non sapiamo nome e cognome, detto dal Vasari il Vecchio da Bologna, che fe' le porte di bronzo istoriate di Loreto. Il Menganti, che fa la statua di Gregorio XV [sic] sulla porta del publico palazzo, e un Giovanni detto dell'Arca, memorato semplicemente dal Vasari, che è quanto sopra le ricchieste informazioni si può dire.
Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 353-355.
Note: Il titolo è di mano di Annibale Ranuzzi, la nota è di mano di Carlo Malvasia.