Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 27 09 1675

Intestazione: FILIPPO BALDINUCCI A FABRIZIO CECINI

Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, XXI, 18, cc. 281-282.

Fonte: Mio Signore e Padrone singularissimo, sarò domattina, con occasione del mio ritorno a Firenze, a servire Sua Altezza Reverendissima di quanto per mezzo della gentilissima di Vostra Signoria si degna comandarmi, e di tutto a lei darò avviso. Son venuto a star quattro giorni quassù con una gran cassa di libri e con tutti i mia fogliacci per applicarmi di proposito a suppire alcune difficultà e contradizioni senza disturbi, e son sempre stato serrato in una camera, sì che non tema Vostra Signoria che troppo mi sia curato del bel tempo, tanto più che l'occupazione è di tanto mio gusto che mi serve di divertimento e sollievo. Io ho gran mortificazione di essere a Vostra Signoria et a codesti signori di secreteria di tanto incomodo, pur tuttavia, già ch'ella si compiace di offerirmisi di nuovo per detta sua, ardirei supplicarla di due favori fra gli altri, per cosa che molto mi preme. Un si è che operassi che da Genova fussi mandata almeno una dell'opere di Lodovico Brea che si ordinorno copiarsi, perché potrebb'esser che con questa si satisfacessi in parte al bisogno, perché questa squola di Genova, con quella di Bologna, mi tengon sospesa ogni cosa. L'altro, che si degnassi chiedere all'amico di Roma risposta all'inserto quesito, con ricordare il rimanente delle notizie chieste dove e quando veda il bisogno, rendendoli infinite grazie dei cortesissimi offizii che si compiace passare con me con detta sua. I mia figli tutti le fanno reverenza umilissima, et io resto al solito di Vostra Signoria mio singularissimo Signore devotissimo servitore obligatissimo Filippo Baldinucci Botinacci, li 27 settembre 1675. Al Signor mio Padrone singularissimo il signor Fabbrizio Cecini Secretario di Sua Altezza Reverendissima Artimino A Roma in S. Maria in Trastevere furno fatte secondo il Vasari molte pitture a fresco per tutta la chiesa, e la cappella maggiore di musaico. Vi è qualche cognizione o almeno probabilità che il Vasari si sia ingannato in attribuirle ad un certo pittore. Si disidera, per soluzione di questo dubbio, sapere se oggi siano per dir in piedi le dette pitture e musaico, e se da una pittura a man sinistra nell'entrar dalla porta grande si riconosce che questa con l'altre fusse fatta dell'anno 1400, o se pur, in riguardo della maniera con che fu fatta questa, si possa dire che questa sola sia stata fatta del 1400 e l'altre per altri tempi avanti a questa e particolarmente il mosaico, o vero se siano tutte d'una sola maniera.

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 383-384.

Note: