Numero d'ordine:
Data: 12 02 1681
Intestazione: FILIPPO BALDINUCCI AD [APOLLONIO BASSETTI]
Segnatura: ASF, Mediceo del Principato 1526, Diversi.
Fonte: Illustrissimo Signore mio Padrone colendissimo, stamattina, sì come per altra mia accennai a Vostra Signoria Illustrissima di voler fare, mi son trasferito nella stanza de' ritratti con il signor Guardaroba e signor Giovanni Altieri, portando meco miei libri per far un accurato riscontro delle supposte effigie e maniere de' pittori, e fino ad ora mi par d'aver trovata cosa curiosa, ed è che due ritratti di pittori gli faremo diventar quattro, e perché ciò non paia a Vostra Signoria una stravaganza, eccogli il come: vi sono due bellissimi ritratti con loro ornamento col nome d'Anibale Caracci, uno di questi dipinto in faccia ho io riconosciuto patentemente non essere altrimenti il Caracci, ma sì bene Antonio Varsillacchi detto l'Aliense, che fu un eccellentissimo pittore della scuola di Paol Veronese e forse il migliore, che ha riempito di sue opere i luoghi più conspicui della città di Venezia, e ben si vede, quanto mai da altro, dal medesimo ritratto il valore di questo pennello. L'altro in profilo è Anibale Caracci. Il riscontro del primo è indubitato, perché il Ridolfi, esattisimo scrittore delle Vite de' Pittori Veneti, co' ritratti del quale l'ho paragonato, fu altrettanto diligente in ricopiare i ritratti del suo libro dai verissimi ritratti dei maestri, onde doviamo credergli, e per questo, e anche perché i libri vanno per tutto il mondo, e i quadri stanno fermi, e non è bene aver testimoni tanto autorevoli contro sì nobile raccolta. Il riscontro del secondo lo piglio dal Bellori, il quale ha fatto il ritratto di Anibale alquanto più giovane e in faccia, dove questo è in profilo, ma avuta la debita considerazione all'uno e l'altro accidente, penso che non potrà mai esserci detto che non sia lo stesso, oltre che veramente il ritratto è bellissimo, e da esser uscito del pennello d'ogni grand'uomo, e ciò sia detto sotto la correzione di chi intende più di me; e se io a sorte dico bene, ecco che d'uno ne aviamo fatti due. Il simile addiverrà di due Cristofani Allori, un giovane e uno di età matura; di questo non mi è giunto nuovo l'errore, perché mi ricordo, quando al Serenissimo signor Cardinale di grata memoria fu dato il ritratto del giovane, che Sua Altezza non seppe mai chi egli rappresentasse, ed io allora giudicandolo dalla maniera, gli dissi di credere che fusse d'uno delli tre Alberti dal Borgo a S. Sepolcro, e Sua Altezza mostrò rimanerne quieto. Ora vi vedo il nome di Cristofano, che sarà stato errore; la verità però si è che l'effigie non posson mai essere le medesime, perché l'invecchiare non fa allungare, né scortare la fronte, le casse delli occhi, variar l'accigliature, e simili, e dall'una all'altra rnaniera è differenza quanto dal dì alla notte. Il ritratto del vecchio è vero ed originale di Cristofano: desidero però che non si fidino del mio parere, ma di quello de' più periti. Io vo continuando l'applicazioni al rimanente delle cose comandatemi, e subito che sarò all'ordine con qualcosa per potersi avanzar ternpo a scrive fuora, invierò a Vostra Signoria Illustrissima, alla quale per fine fo umilissima reverenza. Di Sua Signoria Illustrissima devotissimo servitore obligatissimo Filippo Baldinucci Di Firenze. li 12 febbraio 1680. Questo supplico a compatirmi per non aver scritto di mia mano, stante l'ora tarda affaticato da varie occupazioni. Congiunto sarà l'inventario de' ritratti come stanno al presente.
Bibliografia: PRINZ 1971, p. 180; BAROCCHI 1975. pp. 430-432.
Note: