Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 5 04 1681

Intestazione: FILIPPO BALDINUCCI AD [APOLLONIO BASSETTI]

Segnatura: ASF, Mediceo del Principato 3661, ins. IV, s.c.

Fonte: Illustrissimo Signor Padrone mio colendissimo, dopo aver scritto a Vostra Signoria Illustrissima altra mia, vengo in cognizione di cosa che mi mette in qualche apprensione e mi necessita a ricorrere alla sua cortesia. Io determinai di condurre quel mio figliolino a Roma partendo la prossima domenica in Albis e speravo che da un amico mi avesse a esser dato un poco di tetto in luogo di buona aria, onde io potessi star colà un mese con libertà e mio vantaggio; e mentre me ne stavo quieto, sento che per la partenza di Roma da seguire in breve dell'amico, non seguirà altrimenti. All'incontro io sono vicino alla partenza e non ò modo di negoziare con altri perché, oltre a un poca di libertà che non si trova alla locanda, la mia complessione male si accomoda all'arie cattive. Mi dicono gli amici che in questo caso si potrebbe supplicare il Serenissimo Gran Duca che si degnasse di comandare che per questi pochi giorni mi fussero concessi due cantucci di stanze e nulla più nel palazo di Piazza Madama, e che questo favore si sia più e più volte compiaciuto di farlo a suoi servitori, ma io, che ben conosco il mio poco merito, non mi arrischio a pigliare questo ardire, onde sono a supplicare la bontà di Vostra Signoria Illustrissima di qualche consiglio e anche aiuto, se le pare che la domanda non sia impropria. E se Ella si degnerà darmi qualche risposta in riguardo all'angustia di tempo in che mi trovo, mi obligherà al solito grandissimamente. Il privilegio del Serenissimo Gran Duca non è ancor tornato dalle tratte, e solo questo si aspetta e la dedicatoria che vo facendo, per participarvi poi com'è dovuto. E' si potrà (credo io) finir di tirare questo poco di principio d'opera; se in questo mentre compariranno quelli altri, sarà bene, se no gli metteremo nelli altri volumi, che penso saranno anche più pericolosi di ristampa di questo primo. Resto supplicandola a scusare se, in una necessità di questa sorte tanto inaspettata, io corro con tanta franchezza ad incomodarla, e per fine le fo umil reverenza, di Vostra Signoria Illustrissima devotissimo servitore obbligatissimo Filippo Baldinucci Firenze, li 5 aprile 1681.

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp.453-454.

Note: