Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 9 12 1681

Intestazione: FILIPPO BALDINUCCI AD [APOLLONIO BASSETTI]

Segnatura: ASF, Mediceo del Principato 1526, Diversi.

Fonte: Illustrissimo Signore e Padron mio colendissimo, invio a Vostra Signoria Illustrissima per questo mio figliuolo un esemplare del mio Vocabolario Toscano dell'Arte del Disegno. Con tale occasione le dico come ieri mi portai dal Principe Serenissimo e brevemente gli narrai la mia presente urgentissima necessità, supplicandolo di sovvenimento. Trovai la bontà di Sua Altezza nella solita ottima disposizione, sì che non mi par che altro rimanga, se non che la carità di Vostra Signoria Illustrissima si degni ricordarglielo, già che si dice che Sua Altezza parta della presente settimana. Io ne la supplico quanto posso, perché considerando che la benignità di Sua Altezza voglia degnarsi di farmi qualche bene in riguardo almeno delle mie fatiche, il farlo nella presente congiuntura ch'io stampo il Bernino mi farebbe risolvere ad andare a Roma o mandare mio figliuolo, che altrimenti non posso farlo e, non lo facendo, perdo un gran bene che me ne potrebbe forse venire. Però torno a supplicare la gran carità di Vostra Signoria Illustrissima ad essere a parte con Sua Altezza Serenissima nel sollevare la mia casa, col solo ridurlo a memoria dell'Altezza Sua, e con ogni più devoto affetto mi confermo di Vostra Signoria Illustrissima devotissimo servitore obbligatissimo Filippo Baldinucci Di casa, li 9 dicembre 1681. Dopo scritto e raccomandatomi al Signore Dio mi viene in pensiero che forse Sua Altezza non abbia mai saputo distesamente il fatto delle mie povere operazioni fatte in servizio de' Principi Serenissimi, e che forse, per quello spetta ai tempi della grata memoria del signor Cardinale Leopoldo, non possa credere Sua Altezza che quel Serenissimo, che mi onorò del suo benigno affetto, mi remunerasse conforme egli ebbe la bontà di voler fare se viveva. Perciò son venuto in disiderio che, mediante la persona di Vostra Signoria Illustrissima, Sua Altezza per una volta solamente ne sia informata, se così a lei piace, acciò possa servire di motivo delle prudentissime diliberazioni dell' Altezza Sua. Io servii per undici anni il Serenissimo Cardinale d'una assidua assistenza a cose di suo divertimento. Ne ricevei il benigno comando di studiare, per la serie de' maestri dell'arte del disegno da 400 anni indietro, per la costituzion de' libri, sì come feci per tutto quel tempo, preponendo questa obbedienza ad ogn'altro mio vantaggio. Io non domandai mai altro a quell'Altezza se non intercessione appresso al Padrone Serenissimo per l'ufizio delle Decime, dalla cui bontà restai favorito. Lo stesso Serenissimo Cardinale alla sua morte ordinò che mi fussero date cento doble, . furono il pagamento di tutta la mia grande raccolta de' disegni, che io poche settimane avanti gli avevo dato, che oggi si vede sparsa ne' libri del Serenissimo Gran Duca, e posso pigliar ogni gran giuramento di non aver mai né chiesto né avuto altro. Si potrà dar caso che si trovi essermi stato dato rarissime volte qualche danaro per pagare alcuni disegni, o ritratti di pittori, la negoziazione de' quali volle Sua Altezza che passasse per mia mano per suo vantaggio e sicurezza; e se Sua Altezza Serenissima troverà che queste poche volte che ciò seguì mi abbiano mai fruttato un atomo, mi privi della sua grazia per sempre. Mancato il signor Cardinale, il Padron Serenissimo mi fece l'onore di farmi comandare il dare essecuzione alla volontà di Sua Altezza Reverendissima, ond'io per più anni durai a portarmi quando ogni giorno, e quando tre o quattro volte la settimana, nella stanza a capo al palazo ne' tempi della state e altri, studiando poi in casa intorno alla serie, finché con la diligenza del signor Lorenzo Gualtieri si condussero sopra 100 libri. Io non mi ero ancora impegnato nella stampa sì come ò fatto poi per obbedire pure ai comandi dello stesso Serenissimo Cardinale, ma oggi che io mi trovo averlo fatto per avermi dato cuore l'ottima disposizione del Padron Serenissimo accennatami più volte da Vostra Signoria Illustrissima, stimo necessario che la bontà di Vostra Signoria Illustrissima supplisca a ciò che mancasse d'informazione in Sua Altezza Serenissima. Se poi la somma prudenza di Sua Altezza Serenissima, come assoluto padrone che egli è, e di me e di tutto quello che io sono o vaglio, non stimerà bene sollevarmi alquanto, io, riconoscendo per non poco sollievo l'onore ottenuto dei serenissimi comandi, mi chiarnerò più che contento, e i disastri nei quali sono incorso stimerò per gloria della mia casa, sapendo avergli accettati per obbedire a che Iddio e la natura à obligato a titolo di debito indispensabile e me e la casa mia, e tutto quello io possederò giamai.

Bibliografia: PRINZ 1971, pp. 183-184; BAROCCHI 1975, pp. 491-493.

Note: La lettera è accompagnata dal seguente biglietto: "Darai al Signor Secretario questo libro e questa lettera con dirgli ch'io so molto bene che l'è una gran bibbia e da non mandarsi ad un suo pari, in tempo massime di spedizione, ma ch'io stimo necessario il suplicarlo di questo favore questa volta per non recargli mai più incomodo in ciò ch'appartiene al particolare contenuto in essa. Se Sua Signoria Illustrissima non riconosce nella scrittura cose improprie e non dovute rappresentarsi a Sua Altezza, se n'astenga, perch'io confido in lui in tutto e per tutto e in lui mi rimetto".