Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 25 12 1683

Intestazione: FILIPPO BALDINUCCI AD APOLLONIO BASSETTI

Segnatura: ASF, Mediceo del Principato 1528, Diversi.

Fonte: Illustrissimo Signore e Padrone mio colendissimo, già che in quella mia vita dell'Ammannati, la quale forse si degnerà farsi leggere il Serenissimo Padrone, sono, insieme con molte curiosità intorno a materie indifferenti, ancora altre cose di grande edificazione, non ho avuto difficoltà d'inviarla a Vostra Signoria Illustrissima in questi giorni santi, acciò ne possa servire l'Altezza Sua corne e quando le parrà. Riceverà dunque Vostra Signoria Illustrissima per mano di mio figlio una copia di essa vita d'assai buon carattere, ma per quello che appartiene alla compitanza e ortografia, sarà ancora bisognosa d'un poca della sua solita discretezza, perché dopo avergli io dato una lettura, trovandomi con gli occhì alquanto infiammati, non ho potuto rimettermi di nuovo a scorrerla. Similmente, per quello appartiene allo stile fo pensiero prima di stamparla, di rabberciarla in qualche luogo, parendomi d'essermi sodisfatto un po' troppo alla prima, come quello che sono stato più attirato nell'accomodarmi all'ordine e combinare le notizie con un modo istorico, che in sollevarlo. Nel principio vedrà alcune lettere del Caro scritte a Laura Battiferra celebre poetessa, moglie dell'Ammannato. che forse portano prolissità, ma le ho volute mettere nel manoscritto perché sarò sempre a tempo a levarle, siccome alcune partite d'un antichissimo libro che fanno a causa della fondazione dell'antica chiesetta di S. Giovannino, ed alcune lettere de' generali de' Padri Giesuiti per quella della nuova chiesa, che le lascerò stare. Leverò secondo quello mi andrà parendo alla giornata che sia meglio fatto, e queste sono nel fine. Fra le cose di edificazione vedrà Vostra Signoria Illustrissima una lettera dello stesso Ammannato, scritta a' Professori del disegno, in detestazione delle pitture e sculture lascive, la quale, secondo quello che ho da un gran servo di Dio, potrà partorire nel nostro secolo un gran frutto nell'anime, se al Signore piacesse mai che io possa dar più nulla alle stampe del molto che ho, cioè s'io potrò mai dar fuori il decennale che comprende questa tale vita. Questa lettera sopra ogn'altra cosa penso che sentirà leggere volentieri il Padrone Serenissimo, per esser cosa tanto confacevole a' castissimi e santi pensieri dell'Altezza Serenissima, siccome non lascerà a suo tempo essa lettera di confondere molti artefici che credono che non sia cosa da valent'uomo il contenersi nell'opere fra' termini dell'onestà; e per questo, quando non mai per altro, mi vorrei poter condurre a farla dar fuori. Per la stessa ragione di non averla io finita di rivedere, né ripulita interamente, supplicherei Vostra Signoria Illustrissima a non lasciarla in mano d'altri, se non fusse de l'eccellentissimo signor Redi, acciò, quando non avesse altro che fare, me la rivedesse e correggesse lui; se però Vostra Signoria Illustrissima non vorrà far essa medesima questa carità all'opera e a me, acciò più netta comparisca sotto l'occhio di Sua Altezza Serenissima, nel che sono indifferente. D'una sola grazia la supplico, che quando Ella rimarrà spedita, si compiaccia rimandarmela per occasione sicura, perché, quantunque me ne resti il primo sbozzo, io però, nel dettarla ch'ho fatto ex tempore, l'ho mutata tanto, che posso dir con verità che si [...]. Mi onori di qualche suo da me desideratissimo comandamento, mentre io' augurandole il rimanente delle sante feste e principio d'anno felicissimo, resto di Vostra Signoria Illustrissima devotissimo servitore olbligatissimo Filippo Baldinucci Firenze, 25 dicembre 1683. Dopo scritto ho pensato inviarle la Vita per via della dispensa e replico che, se Vostra Signoria Illustrissima mi farà l'onore di farla vedere confidenzialmente all'illustrissimo signor Redi, con i patti che sopra di correggerla, me ne farà sommo favore. La descrizione del modello dell'illustrissimo signor Paolo Falconieri si metterà anch'essa in fine, quando io n'averò finito il discorso.

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 549-551.

Note: