Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 1 04 1687

Intestazione: CARLO CESARE MALVASIA AD ANTONIO MAGLIABECHI

Segnatura: BN, Magl. II, II, ll0, c. 290.

Fonte: Molto illustre Signore e Padrone osservandissimo, per doppio rispetto non feci tenere a Vostra Signoria il libercolo ch'Ella mi motiva e che le consignarà il latore della presente. Il primo fu perché, non essendo egli altro che una mascherata risposta all'Apologia strepitosa già fattami dallo smanioso Baldinucci e a quanto ultimamente mi ha scritto contro il signor Del Migliore, due compatrioti, forse attenenti o facilmente amici almeno di Vostra Signoria, non mi parve atto di civiltà l'inviarlene boriosamente (all'uso di questi) un esemplare: anzi non mi curai fosse egli divulgato in codesta insignissima in tutte le cose reggia città, da me sempre sommamente riverita e stimata, ma che pretesa dal detto Baldinucci offesa co' miei scritti, non per altro che per avere anz'io volsuto difendermi nella Felsina Pittrice dalle tante calunnie e bugie, colle quali noi Bolognesi aveva prima offesi il Vasari, mi faceva quasi pentito d'esser stato oggi forzato a replicare (ancor con ogni continenza e modestia) alle tanto acri e risentite risposte fattemi da questi duo di Lei compaesani e scrittori. Fu il secondo motivo la tenuità e debolezza della materia tumultuariamente posta assieme, più che per propria ellezione, per compiacere alle replicate istanze de' curiosi passeggieri, anzi alle indiscrete battute de gl'importuni librari, che a viva forza me l'hanno estorta ed a proprie loro spese, che vuol dire con ogni indegno vantaggio, stampata, così perciò scorretta e con sì infami caratteri ch'è una vergogna ed uno scandalo che capiti nelle mani d'alcun galantuomo. Non so perciò se a Vostra Signoria darà l'animo di scorrere solamente (quando io ne fossi degno e come io ne la supplicarei) la prefazione, per pubblicare solo la quale m'indussi ad infastellare insieme il residuo, contenendosi in essa la midolla di quanto in sostanza si può dire nella materia pittorica in riguardo a questa nostra benedetta controversia di maggioranza nella pittura, che, rispetto all'anzianità o priorità di tempo, io pretendo in Bologna, sì come nell'eccellenza poi e nel valore io cedo ed ho ceduto sempre a Firenze. Se il signor Iddio mi concederà tanto anco cli vita, procurerò che com'opera di tutto mio genio e dilettazione escano alla luce più corretti ed aggiustati i miei Marmora Felsinea et alia Bononiensium Antiquitatum fragmenta e che tanto più volentieri io porrò fuore quanto che, non entrando con essi a competenza di alcuna altra città, non farò strillare alcuno. S'Ella avesse da favorirmi di qualche nove iscrizioni, possedute da codesti signori cavalieri fiorentini e che fossero però inedite, mi farà un singolar favore d'una fidelissima copia per poterle aggiugnere alle tante altre, sino al numero di M/2, che ho raccolte e da manoscritti della Vaticana e d'altronde e che a proposito e con buona occasione riferite anch'esse con le altre, se ne verrà a rendere la dovuta mercede a chi le possiede non solo, ma a chi le avrà partecipate: ch'è quanto per ora mi occorre, e ringraziandola infinitamente della sua benevolenza e della cortese memoria che di me conserva, resto col dedicarmi al solito di Vostra Signoria molto illustre suo divotiss:imo servitore obbligatissimo Carlo Cesare Malvasia Bologna, il primo aprile 1687.

Bibliografia: . Campori I866, pp. 135 s. ; BAROCCHI 1975, pp. 568-569.:

Note: