Numero d'ordine:
Data: 1 10 1658
Intestazione: GIOVANNI BATTISTA STACCOLI AL [SEGRETARIO DI LEOPOLDO DE' MEDICI]
Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, IX, 4. cc. 22-25.
Fonte: Illustrissimo Signor mio e Padrone colendissimo, si è fatto da me ogni buona operazione con questo signore Ambrosio Baroccio per disporlo a quanto si desiderava da' Serenissimi Principi Padroni, ma le mie operazioni non hanno giovato a nulla' poiché egli si è ostinato di non voler lasciar vedere li dissegni di suo zio se non vengono assicurati che venghino pigliati da loro Altezze tutti egualmente con il prezzo e stima già inviato. Io non solo ho voluto assicurare la quantità de' prezzi che Vostra Signoria Illustrissima mi scriveva nella sua lettera di 5 ottobre, ma ho aggiunto di più di voler assicurare che fossero pigliati dieci altri pezzi, il valore de' quali sarebbe stato una dozzena e mezzo di scudi di cotesta moneta, ma né meno a questo si è voluto condescendere dal detto signor Ambrosio, il quale persiste molto ostinato nella opinione di non voler dividere lo studio de' dissegni, rna di darlo tutto unitamente. Mi sono ritirato dal negozio, ma non ho escluso affatto, per poter il tutto participare a Vostra Signoria Illustrissima, come fo, In questo mentre è venuto a trovarmi un tal Don Giovanni Antonio Vagnarelli di questa città, uno de' Padri della Congregazione di S. Filippo Neri. Questo mi ha fatto vedere diversi dissegni di mano del Barocci, che fra teste, dissegni e schizzi sono in tutto pezzi venti otto, e con diversi altri pezzi, de' quali: uno di mano di Rafaelle d'Urbino di Taddeo Zuccari pezzi tre di Girolamo Genga pezzi cinque di Federico Zuccari un pezzo quali tutti il detto padre, per essere molto mio amorevole, ha lasciati in mia mano et io alla sua presenza ne ho fatta la descrizzione distintamente, quale riceverà in questi fogli: Primo: un pezzo di dissegno di mano di Rafaelle, che è un pastore di chiaro e scuro in carta di un mezzo piede. Il pastore è conservato assai bene, se bene la carta è un tantino lesa dal tempo, in parte però che non offende la figura del pastore. Di Tadeo Zuccari prima vi è un tondo, che sarà quasi un piede, nel quale si rappresenta una battaglia navale. Questo è con il suo ornamento, il quale però si può levare, et è fatto da pittore di [lacuna]. Doi tondini di acquarella di quasi un mezzo piede. Rappresentano istorie d'imperatori antichi. Uno di questi ha patito per essere caduto alcune goccioline d'inchiostro. Di Gerolamo Genga vi sono pezzi cinque: 1. Un dissegno di prospettiva fatto a penna di altezza di un piede e mezzo con una statua in mezzo sopra d'un pilastro, in carta reale e molto ben conservato. 2.Tre dissegni di prospettiva. Uno rappresenta il tempio Panteon, dentro il quale dissegno vi è la vista di due piazze con varii ornamenti, in carta reale. L'altro rappresenta una chiesa et il terzo dimostra un portico con una fontana, e sono tutti tre considerevolmente conservati. Come gli ultimi parimenti sono in carta reale. Ultima, una testa di una donna con conciatura all'antica, di lapis negro, di altezza di poco più di un mezzo piede, assai ben conservata. Di Federico Zuccari vi è un dissegno di penna in foglio imperiale, che è un pezo d'Inferno, fatto nella cupola dell'Arcivescovado di Firenze. Del Barocci: 1.Una testa di un vecchio di chiaro e scuro, poco più di mezzo piede, convenevolmente conservato. 2.Un dissegno di prospettiva, che rappresenta un tempio tondo di chiaro e oscuro in carta mezzo reale, ben conservato. Un fregio di putti, quali fanno diversi giuochi, et è d'acquarello con il suo ornamento, ammovibile però, in carta alta, ben conservato. Una testa di un Cristo di lapis nero e rosso con ornamento, come sopra, conservata con diligenza. Un dissegno di tre figure, fatte con la punta del pennello, con ornamento, come sopra. Un dissegno di prospettiva in foglio reale, di lapis rosso, ben condizionata. Una testa di un vecchio, fatta a olio in carta di grandezza poco più di mezzo piede, et è conservata bene la testa, solo lesa dal tempo la carta da un lato. Tre cherubini di lapis rosso et uno non finito di lapis negro; questi sono benissimo condizionati e sono in foglio reale. Una Madonna con un Bambino di lapis rosso e negro, di grandezza di un mezzo piede con un paesino vago et è conservato bene. Un putto dissegnato dall'opere di Rafaelle, di grandezza di quasi mezzo piede, fatto con penna et è ben conservato. Una testa di pastello ben conservata, che imita molto il naturale. Un dissegno di chiaro et oscuro di un Cristo in mezzo foglio reale, ben conservato. Un libro di carte sedici, nel quale vi sono varii dissegni e schizzi o scarpigni, come soleva dire il Barocci; questi sono ben conservati et il libro è di carta ordinaria, fabricata in Urbino. Il Padre Vagnarelli sopranominato a mia instanza si contenterà di lasciarmi inviare tutti questi dissegni sopra menzionati e descritti, acciò li Serenissimi Prencipi possino quelli vedere e con l'impareggiabile loro virtù considerarli. Onde Vostra Signoria Illustrissima potrà rappresentarle il tutto con umile riverenza in mio nome, che io sarò pronto ad ubedire e servire alli riveriti ordini di Loro Altezze. Vi è ancora alcuni pezzi di mano di messer Ventura Mazzi, che fu uno de'primi scolari che facesse il Barocci, e parimente mi sono stati consegnati dal sudetto padre Vagnarelli, e sono in mia mano e sono due putti: Primo un putto del quadro di Bacchio, così detto, che fu fatto dal Barocci, che è nella chiesa di S. Francesco di questa città, veduto da Vostra Signoria Illustrissima quando fu qua, che è nella mandritta nel primo altare della navata del Santissimo. Ne avea una copia di detto quadro la Buona Memoria del signor Cavalliere Corboli, già Segretario di Consulta, et il detto putto è di pastello et imita il colorito del naturale, e sarà due piedi in circa in foglio reale. L'altro putto fatto, come sopra, parimente in foglio reale di un piede e mezzo. Questo è nel quadro di Crocicchio et oggi nella chiesa de' Capuccini, et è in foglio reale, e sono ambidue ben conservati. Il detto padre mi ha dato doi cartoncini, che sono da lui medesimo copiati dalli cartoncini del Barocci, e sono il Martirio di S. Vitale et opere diverse, uno de' quali fu fatto dal detto Barocci, che è nella città di Ravenna, e l'altro non fu fatto e restò il cartoncino. Di più mi ha dato tre teste di pastello, copiate dalli originali veri dal detto padre, il quale, se avesse continovato alla pittura, si sarebbe molto avanzato, poiché egli avea la commodità non ordinaria perché una sua sorella fu prima moglie del signor Ambrosio Barocci e ebbe commodità di studiare nello studio de' dissegni del Barocci. Questo è quanto posso rappresentare in tal proposito a Vostra Signoria Illustrissima, alla quale rassegnandomi al solito, le fo per fine riverenza. Di Vostra Signoria Illustrissima devotissimo et obbligatissimo servitore Giovanni Battista Staccolo Di Urbino, 27 ottobre 1658.
Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 75-79.
Note: Autografa solo la firma.