Numero d'ordine:
Data: 16 05 1673
Intestazione: ANNIBALE RANUZZI A LEOPOLDO DE' MEDICI
Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, XIII, cc. 441-442.
Fonte: Serenissimo e Eminentissimo Signore e Padrone colendissimo, sento dall'umanissima di Vostra Altezza Serenissima la comparsa de' ritratti di Monsù Vouet e qualmente detto Porporino le avesse scritto d'avermi conosciuto avendo pur scritto a me di Faenza che l'aveva inviato all'Altezza Vostra una bellissima medaglia con un Vittige. Questa mattina è venuto a trovarmi un mercante da cera e mi ha detto essergli fatto instanza dal prete Casarenghi di consegnarli alcuni quadri per mandar costà, e mi ha detto che non vuol dare detti quadri al prete, ma che li darà a me per trasmetterli a Vostra Altezza, onde io gli ho detto che bisogna però ch'io senta i commandamenti dell'Altezza Vostra, e poi che discorreremo di nuovo. Sono intanto stato subito a veder questi quadri e v'è, primo: un ritratto di mezza figura dal naturale, che dicono di mano di Tiziano o d'Annibale, che imitava quella maniera, et è bello. Vi è poi duoi altri ritratti, dicono di Paolo, che sono piccoli e semplici teste, ma io non ne credo niente in quanto alla più piccola, ché in quanto all'altra poi mi rimetto e mi piace. Vi è poi un'altra testa d'abbozzo che pure dicesi di Paolo, e un altro quadro di un braccio in circa, dove stanno dipinti un Marte e una Venere, che si vede essere uno studio del pittore che pensava a fare un'opera grande. V'è poi un ritrattino di Simon da Pesaro, che non ha finito se non la testa al naturale, ma è bello bello; e in oltre vi sono alcuni dissegni e istoriati del medesimo Simone, uno fatto a olio del Domenichino e due battaglie a penna del Tempesta, e finalmente v'è un quadro maggiore, dove sono da nove a dieci teste, che dicono essere di Tiziano e sono realmente buone, ma non v'è altro di finito, sì che pare una cosa ridicola. Onde sto attendendo quel che commandi l'Altezza Vostra circa la missione de' sudetti, restando intanto con farle umilissima riverenza, della Serenissima e collendissima Signoria Vostra umilissimo devotissimo et obbligatissimo servitore Annibale Ranucci Bologna, li 16 maggio 1673.
Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 159-160.
Note: