Scheda

Numero d'ordine: 

Data: 21 08 1673

Intestazione: DOMENICO MARIA CORSI A LEOPOLDO DE' MEDICI

Segnatura: ASF, Carteggio d'artisti, XVIII, 5, cc. 15, 17

Fonte: Serenissimo e Illustrissimo Signore, sopra la prima lista de' disegni mandata a Vostra Signoria, io non tengo altro proposito, giacché, com'ella si sarà degnata di riconoscere dall'ultima mia reverentissima lettera, il Michelori non consiglia d'applicarvi. Non tralascierò già di regolarmi per gl'altri secondo i prudentissimi sensi di Vostra Altezza circa li prezzi; questi però saranno sempre lontani dal dovere, perché tutti i disegni statimi dati finora in nota si trovano appunto, come Vostra Altezza ha supposto, in mano di chi non se n'intende, e perciò ostinandosi nelle prime domande non dà adito d'aggiustarne qualche compra. Il Michelori, che sabato fu nuovamente da me, offerse a Giovanni Lavalas di qui una dobla dell'uno de' disegni descritti dell'aggiunto foglio. Il padrone ne s'offese e risentì, stando su la pretensione delle cinque che me n'aveva fatto chiedere per l'ultimo prezzo, e tant'esso quanto il Semproni, a' quali ho fatto dare un tocco di trasmetterli costà per stradar meglio il negozio alla conclusione, non vogliono farlo in modo alcuno, benché siano stati assicurati che si succumberebbe ad ogni risico e spesa. Nell'altro foglio invio a Vostra Altezza le notizie che m'è riuscito avere de' pittori che non erano costì cogniti. E supplicandola umilmente di continuarmi l'onore de' suoi pregiatissimi comandi, bacio a Vostra Altezza con profundissimo inchino la veste. Di Vostra Altezza Reverendissima umilissimo reverentissimo obbligatissimo servitore Domenico Maria Corsi Urbino, li 21 agosto 1673. Batistino Franchi è della squola di Raffaello; dipinse la cupola del Duomo di questa città [Urbino]. È stimato. Lodovichetto Siviani fu scolare di Giuseppe d'Arpino. Lavorò alla Sala Clementina di Roma. Oliviero Olivieri, si crede disegnasse bene in penna. Guerriero da Fossombrone. È moderno e mi si dice che abbia una figlia costì, che dipinga essa ancora. Abramo Perotti è [...] morto cinque o sei anni sono. Ha fatta una soffitta alla Pergola, e un quadro nella cappella di questo palazzo, di maniera ragionevole. Gherardo Cibo bolognese, qui non è cognito. Il Venanzi di questa città non è in stima. Diamantino da Fossombrone, vive e lavora in Venezia. Il Regno da Pesaro. È morto vent'anni sono. Ha lavorato bene in paesi. Giovanni Giacomo da Pesaro. Ha lavorato cinquant'anni addietro. Dell'opere sue ne sono nella Compagnia del Nome di Dio di Pesaro assai stimate, e sono a fresco. Girolamo Genghi. Fu della squola di Raffaello, buon disegnatore e architetto. Lavorò col Baroccio alla Compagnia del Corpus Domini di questa città. Giorgio Richi da Urbania. Lavora a fresco; è buon pittore. Fra Giacomo da Pesaro, non si conosce.

Bibliografia: BAROCCHI 1975, pp. 174-175.

Note: